Malasanità in Italia: si indaga su 276 decessi

Episodi di presunta malasanità, che in 276 casi hanno fatto registrare la morte del paziente, o per errore diretto del personale medico e sanitario, o per disservizi e carenze strutturali. Ben 276 vittime di cui 126, praticamente il 45%, concentrate in due sole regioni: Calabria (70) e Sicilia (56). E' quanto emerge dall'analisi dei casi di malasanità all'esame della Commissione parlamentare d'inchiesta sugli errori in campo sanitario e i disavanzi sanitari regionali. Analizzando la tabella si nota come su 409 casi all'esame della Commissione, ben 89 si sono verificati in Calabria, 81 in Sicilia, 37 nel Lazio, 29 in Puglia, 26 in Campania e Lombardia, 23 in Toscana ed Emilia Romagna, 20 in Liguria, 17 in Veneto, 9 in Piemonte, 7 in Valle D'Aosta, 5 in Abruzzo, 4 in Umbria, 3 in Basilicata e Friuli Venezia Giulia, 2 in Sardegna, Marche e Molise, 1 in Trentino Alto Adige.
Anche per quanto riguarda i decessi, a finire sul podio più alto di questa triste classifica è la Calabria. Tra gli episodi all'esame della Commissione errori, i morti legati a presunti casi di malasanità - che sono tali finché la magistratura non accerta le eventuali responsabilità - in terra calabrese sono stati 70. Tanti i decessi anche in Sicilia: 56. Seguono Lazio (24 morti), Campania (20), Puglia (19), Emilia Romagna (15), Liguria (14), Toscana (12), Lombardia (10), Veneto (9), Valle D'Aosta (7), Abruzzo (5), Piemonte (4), Umbria (3), Sardegna, Friuli Venezia Giulia e Basilicata (2), Molise e Trentino Alto Adige (1). Scorrendo le tabelle della Commissione, su un totale di 409 casi di presunta malasanità, 282 riguardano sospetti errori da parte dei medici e del personale sanitario. Errori che potrebbero aver causato 185 decessi.
fonte: Adnkronos
Commenti
E' il caso di mia moglie operata in chirurgia d'urgenza al San Camillo di Roma per una colecisti in laparoscopia le hanno causato un infarto ischemico al fegato per aver reciso una vena del fegato, portata in un'altra struttura dopo ben 4 giorni, ha subito un'altra operazione per ripulirla dei liquidi rimasti nel corpo (i drenaggi erano otturati) e ricostruire i vasi danneggiati.
Per una operazione di venti minuti e due giorni di degenza risulta a tutt'oggi dopo quasi un mese ricoverata e con drenaggi.
Benchè risaputo dalla struttura di molti altri casi dello stesso chirurgo, è tutt'ora al suo posto.
Scrivo in forma anonima poichè la paziente è ancora ricoverata