Grecia: il fallimento è vicino, ma la Chiesa non paga tasse


Grecia: il fallimento è vicino, ma la Chiesa non paga tasse
ATENE - La situazione economico-finanziaria della Grecia precipita ogni giorno di più, eppure c'è un'istituzione che nonostante i sacrifici imposti alla popolazione, continua ad essere protetta e coccolata: la Chiesa ortoossa. E' quasi incredibile, ma nonostante tutto, infatti, la Chiesa greca continua a sfuggire all'austerity imposta dal governo, mentre la gente non sa più davvero a che santo votarsi. L'ultimo esempio, in questo senso, è quello relativo alla tassa immobiliare introdotta dal governo greco per far fronte all'emergenza economica in cui è piombato il paese: la gente comune, ma anche le aziende private questa tassa la pagano. La Chiesa no. E' esentata.



PARADOSSO - La spiegazione migliore a questa situazione che ha già scatenato polemiche in Grecia, l'ha data un docente dell'Università di Rodi: "Ovviamente anche i redditi della Chiesa sono soggetti alle tasse, ma ci sono due grossi problemi. Innanzitutto non esiste un sistema per determinare i suoi redditi e nessuno conosce la portata delle sue proprietà, perchè non esiste un catasto". Insomma, non si riesce a cavare un buco dal ragno nemmeno sforzandosi. Ma del resto, che la Chiesa in Grecia sia una potenza è un fatto acclarato e nessun politico è così sciocco da inimicarsi i vescovi. Tra l'altro, c'è da dire anche che i 10 mila pope e vescovi presenti sul territorio ellenico sono pagati dallo Stato, che per loro spende circa 220 milioni di euro all'anno. A dire il vero, anche per cercare di uscire da una situazione non proprio comodissima, la direzione dei servizi economici della Chiesa greca ha affermato di aver pagato 2,5 milioni di euro di tasse nel 2010. Sono pochi? Sono tanti? Un pò di numeri forse aiuteranno a farsi un'idea per poter rispondere alla domanda: il patrimonio della Chiesa ortodossa di Grecia è valutato tra i 700 milioni e il miliardo di euro; con 130 mila ettari, la Chiesa è il più grande proprietario terriero del paese dopo lo Stato; con l'1,5% delle azioni possedute, la Chiesa è il primo azionista della Banca nazionale greca. A questi numeri bisognerebbe aggiungere quelli che si riferiscono alle proprietà in Grecia dei patriarcati di Alessandria, Gerusalemme e Costantinopoli, ma anche le proprietà dei vescovi e dei monasteri. Si tratta di cifre sconosciute, ma pur ipotizzando che siano irrisorie, ci permettono di dire che forse 2,5 milioni di euro di tasse sono un pò pochi e la Chiesa ortodossa greca potrebbe fare qualcosina di più per aiutare il paese ad uscire dalla crisi in cui versa.


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