Chi è il "datore di lavoro" dei parlamentari? Davvero il popolo? - editoriale


Il datore di lavoro

Tecnicamente, siamo noi cittadini che consentiamo ai politici dei vari livelli istituzionali di essere eletti; siamo noi che stabiliamo con il nostro voto chi andrà a sedere in consiglio comunale/provinciale/regionale, o in parlamento.

Quindi, siamo i loro datori di lavoro? Teoricamente, si.

Sempre TEORICAMENTE, loro dovrebbero impegnarsi affinché noi, soddisfatti del loro operato, si confermino al loro posto, o gli concediamo promozioni: dopotutto, funziona così anche nelle aziende più modeste.

Il nostro "modello democratico", con la "separazione dei poteri" e l'elezione diretta dei consessi, dovrebbe - potrebbe - funzionare.

ALLORA COME MAI... non funziona???

Perché anche se teoricamente e tecnicamente "siamo noi" a scegliere chi mandare, DI FATTO non siamo noi a decidere chi sarà il "fortunato" che godrà di tale beneficio: ma I PARTITI e le LOBBY: due entità, quest'ultime, che si "fondono", che sono quasi la stessa cosa.

E' il partito che decide chi candidare, il ruolo degli elettori è SECONDARIO, in quanto CHIUNQUE SIA PRESENTATO, passerà il turno. Gli elettori votano "il partito", e non "la persona", pertanto se il partito in una determinata zona "è forte", il candidato passerà sicuramente: i cosiddetti "seggi sicuri", dove la possibilità di essere eletti è praticamente del 100%

I partiti inoltre, possono presentare lo stesso candidato in più zone: in modo che se non viene eletto in una circoscrizione, lo sarà in un'altra: un'altra prassi è quella di candidare "i big" del partito in tutta Italia: in modo che quando sceglieranno il seggio dove risultare eletti, "passano" i candidati successivi: magari un perfetto sconosciuto:

Se la Lega Nord candida in tutti i posti Bossi, Maroni e Borghezio, questi risulteranno eletti in molte circoscrizioni: dovranno sceglierne una a testa, e nelle circoscrizioni non scelte, passerà il 4° nome della lista, sempre che non sia stato eletto in altra circoscrizione anch'egli: altrimenti passerà il turno il 5° nome, e così via.

Il parlamentare eletto pertanto, non deve ringraziare "il popolo", quanto invece chi gli ha permesso di essere lì: il capo del partito, o qualche "potere forte" che lo ha sponsorizzato. Se sarà un servitore fedele, probabilmente alle prossime elezioni, sarà ripresentato: o magari il soggetto viene scelto per un incarico ancora più importante, sia nel governo che nel partito stesso.

Se gli "ordini di scuderia" del partito vanno contro il popolo... bhe... sarà conveniente mettersi contro la persona che ti ha concesso la fortuna di essere lì, a guadagnare 14.000 euro al mese e vivere nel lusso e nel privilegio... "solo" perché il popolo ci rimette? Solo perché i cittadini che vivono con 1.000 euro al mese, ci rimettono?

staff nocensura.com



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