Altolà di Alfano: Accantonare Berlusconi? impraticabile e ingiusto"

Saint Vincent (Ao), 9 Ottobre  - "La condizione che ci impongono: 'accantonate Berlusconi e noi siamo pronti' è una condizione che ritengo impraticabile e ingiusta e credo che il percorso di allargamento dell'area moderata debba realizzarsi senza condizioni capestro". Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, lo ha messo in chiaro nel corso del suo intervento alla giornata conclusiva del convegno 'Verso un nuovo Pdl' organizzato a Saint Vincent dal ministro Gianfranco Rotondi. Il quale ha auspicato: "Mi auguro che Alfano convinca Casini ma non sono sicuro che ce la faccia".

Intervenendo al convegno Alfano ha tenuto a sottolineare che "c'è un eccesso di enfasi nell'ipotesi di divisioni interne al Pdl anche perché, quando nel partito non ci sono discussioni, si dice che siamo una caserma e quando si discute che c'è il caos". Secondo il segretario "i giornali non riescono a trovare una via di mezzo ma non riusciranno neppure a farci litigare".

Poi, sul bipolarismo, ha avvertito: ''Non intendiamo tornare indietro''. ''Il bipolarismo - ha spiegato - è una conquista di Berlusconi e chi vince governa, chi perde va all'opposizione. Ogni cosa che non va in questa direzione è un trucco a cui noi diremo sempre di no". Secondo Alfano occorre "restituire ai cittadini il diritto di scelta dei parlamentari unendolo a quello di scelta del premier perché se togliamo ai cittadini il diritto di scegliere il premier nel momento in cui gli diamo quello di scelta dei parlamentari li truffiamo". "Noi invece - ha continuato - crediamo che entrambe le cose vadano fatte: si mantenga l'indicazione del premier e si dia il diritto di scelta ai cittadini. Stabiliremo come e troveremo la formula migliore".

Alfano si è detto comunque convinto di "arrivare al 2013 e vincere le prossime elezioni perché abbiamo dimostrato di aver governato l'Italia al meglio possibile, in un momento difficoltosissimo come quello della crisi attuale". ''Sono ottimista - ha scandito - e non riesco a perdere l'ottimismo di chi pensa che possa vincere le prossime elezioni di fronte a questa sinistra, perché gli italiani sceglieranno chi ha messo al centro la libertà''. ''Noi - ha aggiunto - abbiamo sempre messo al centro della nostra politica i cittadini e non si può negare quello che è sotto gli occhi di tutti". Di fronte, ha proseguito il segretario del Pdl, "abbiamo una sinistra che non è stata capace neppure di vincere quando noi abbiamo perso, come alle ultime elezioni amministrative. Le prossime elezioni vedranno noi contro di loro e loro sono Bersani-Di Pietro-Vendola. Questa è l'alleanza con la quale dovremo confrontarci".



"A sinistra - ha rincarato - non sono uniti su nulla e non sono in grado di decidere niente". "Non sono uniti in politica estera, non lo sono in quella economica e neppure nella politica infrastrutturale - ha affermato ancora Alfano - e anche quando hanno dovuto decidere sulla scelta del nuovo presidente dell'Anci e del giudice della Corte Costituzionale, che competevano entrambi al Pd, non hanno saputo decidersi".

IPOTESI CONDONO - Il dibattito resta acceso dopo le dichiarazioni di ieri di Cicchitto. Secondo il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ''non bisogna demonizzare o criminalizzare nessuna soluzione, come il condono'', ma bisogna ''discuterne senza preconcetti''. "I condoni non sono soluzioni semplici perché possono produrre anche effetti negativi e quello fiscale potrebbe finire con il rallentare la lotta all'evasione", ha detto La Russa a margine del convegno a Saint Vincent (Aosta). Per il ministro i condoni sono giustificati "solo quando si accompagnano a misure e a momenti straordinari per cui non bisogna demonizzare o criminalizzare nessuna soluzione. Non è che il condono sia il diavolo e la patrimoniale la salvezza o viceversa anche perché potrebbero finire per esserci entrambi".

Il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, non crede invece ''che il condono sia la giusta soluzione e per questo non mi vede d'accordo".

Secondo il capogruppo del Pdl al Senato, Maurizio Gasparri, un condono può essere concepito solo nell'ambito di "un'operazione di maxi riduzione del debito pubblico" e "non può rientrare nel provvedimento sullo sviluppo". Quindi "va inquadrato nella dimensione della storia e non nella polemica della cronaca". "Non è pensabile che il condono serva a finanziare spese correnti e i provvedimenti sulla crescita - afferma Gasparri all'Adnkronos - Diverso è se si affronta il discorso di una manovra di aggressione del debito pubblico, che magari porti ad una riduzione da 1.900 a 1.500 miliardi''.

Durissimo il giudizio del senatore del Pdl Raffaele Lauro, membro della commissione Affari costituzionali: '"Definire eticamente giusto il condono fiscale grida vendetta al cospetto di Dio, costituisce un'aberrazione politica e rappresenta una offesa gravissima a tutti i contribuenti corretti, qualsiasi possa essere la destinazione delle risorse ricavate. Se il decreto per lo sviluppo sarà impostato su una simile logica condonistica, piuttosto che sulle riforme strutturali, indicate anche dalla Bce e più volte da Bankitalia, il provvedimento non avrà futuro e dimostrerà l'impotenza del governo ad affrontare la decadenza italiana, con tutte le conseguenze".

Fonte: Adnkronos/Ign

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