Tutti i complotti della storia americana utilizzati per entrare in guerra

Guerra con la Spagna e affondamento della U.S.S. Maine

La storia degli Stati Uniti come potenza planetaria comincia alla fine del 19 secolo, con la breve ma importante guerra ispano-americana del 1898, nella quale gli Stati Uniti tolsero alla Spagna il controllo su Cuba e Portorico nell'Atlantico, e su Guam e Filippine nel Pacifico. 

Buona parte degli storici ormai concorda che alla base di quella guerra vi fu un pretesto concepito da chi, proprio in seguito a quella campagna vittoriosa, sarebbe diventato presidente degli Stati Uniti: Theodore Roosevelt (da non confondersi con Franklin Delano Roosevelt, che guidò la nazione per 25 anni, dalla Grande Depressione alla Seconda Guerra Mondiale). Al tempo Ministro della Marina, Roosevelt già da tempo aveva preparato l'invasione navale dell'isola, ed attendeva solamente una scusa per entrare in azione. 

Questa fu fornita da una provvidenziale esplosione a bordo dell'incrociatore U.S.S. Maine, ancorato al largo di Cuba, che affondò portando con sè piu di duecento marinai americani. 


Gli Stati Uniti accusarono immediatamente gli spagnoli di aver piazzato una mina a bordo, e nonostante questi negassero ogni responsabilità, e chiedessero invece una commissione internazionale per trovare il vero colpevole, gli USA dichiararono sbrigativamente guerra, e in brevissimo tempo l'intera flotta navale spagnola fu distrutta.

La sconfitta fu così completa e devastante, che gli spagnoli furono costretti ad andare ai trattati di pace di Parigi senza poter porre condizioni, e persero così tutto quello che restava loro del potente impero marittimo, le cui origini risalivano addirittura ai tempi di Cristoforo Colombo.

Roosevelt approfittò della vittoriosa campagna di guerra per farsi fotografare in tutte le pose in sella al suo cavallo preferito, riuscendo così a conquistarsi - grazie alla complicità degli "yellow papers" di Pulitzer (i tabloid dell'epoca) - un notorietà sufficiente a vincere con facilità le presidenziali dell'anno seguente. 

Nel 1987, una commissione d'inchiesta americana avrebbe riconosciuto che gli spagnoli non ebbero alcuna responsabilità nell'attentato, ma che l'esplosione del Maine  sarebbe avvenuta "a causa di esplosivi stivati troppo vicino alle caldaie".  Una spiegazione ridicola, naturalmente (quale capitano stiverebbe mai gli esplosivi "vicino alla caldaia"?), ed un modo tanto ipocrita quanto tardivo per chiedere scusa alla Spagna - e alla Storia - senza dover ammettere apertamente la propria colpa.


Lusitania e I Guerra Mondiale

Fu sempre l'affondamento di una nave, il Lusitania, a dare agli Stati Uniti la motivazione per entrare in guerra al fianco di Francia e Inghilterra, nel 1915. La nave, che batteva bandiera britannica, viaggiava da New York a Liverpool con oltre mille e duecento passeggeri, di cui 123 americani, e pare trasportasse anche un carico di armamenti destinati all'Inghilterra. La nave fu silurata il 15 Maggio 1915 dagli U-Boat tedeschi al largo dell'Irlanda, e affondò in soli 18 minuti, senza che nessuno si salvasse. L'incidente diplomatico causò un'escalation che portò in breve tempo il presidente americano Wilson a dichiarare guerra alla Germania. Ufficialmente non si è mai saputo perchè i tedeschi abbiano deciso di colpire la nave, ma si sospetta che la notizia degli armamenti "segreti" sia stata fatta filtrare appositamente fino a loro, in modo da "incentivare" il loro già evidente desiderio di interrompere i rifornimenti americani all'Inghilterra.

Offri alla belva una preda abbastanza succulenta, e prima o poi cederà alla tentazione di uscire dalla tana per acchiapparla.


Pearl Harbour e II Guerra Mondiale

Esistono sospetti ancora maggiori che la stessa identica procedura sia stata usata anche con i giapponesi, nel caso di Pearl Harbour. Non dimentichiamo infatti che per noi "Seconda Guerra Mondiale" significa soprattutto Hitler e Mussolini, V2 e Linea Gotica, ma per gli americani e per il giapponesi era in gioco semplicemente il controllo di tutto il Pacifico.

In una situazione di tensione sempre crescente, gli americani non trovarono di meglio che "dimenticarsi" l'intera flotta ancorata nel Golfo di Pearl Harbour (Hawaii, territorio USA) in una vulnerabilissima "posizione di riposo", con le navi allineate in fila indiana, e addirittura accoppiate a due alla volta, cioè nella assoluta impossibilità di togliersi velocemente da quella posizione. 

Per i giapponesi la tentazione di un "controfilotto" con il quale distruggere metà della flotta americana nel Pacifico deve essere stata irresistibile, e così il mattino del 7 Dicembre 1941, mentre si mettevano in movimento aerei, navi d'appoggio e sommergibili, l'ambasciata giapponese a Washington consegnava al governo americano una formale dichiarazione di guerra.

Ci sarebbe stato ancora tutto il tempo per avvisare Pearl Harbour, e mettere gli uomini - che stavano beatamente prendendo il sole sulla tolda delle navi - almeno in stato di allerta.

Ma sfortuna volle che proprio quel mattino "l'unico traduttore ufficiale dal giapponese fosse introvabile", e si persero così minuti preziosi per avvisare la flotta americana dell'avvenuta entrata in guerra. (Sarà davvero necessario consultare un traduttore, per capire che gli ambasciatori di una nazione ostile ti hanno appena dichiarato guerra?)

Nel frattempo, gli operatori radar nel Pacifico avevano decodificato l'attacco giapponese in corso, ma non riuscivano a loro volta ad avvisare Pearl Harbour, a causa di una improvvisa "interruzione del ponte radio con le Hawaii". Fu così che l'allarme dovette essere telegrafato tramite il normale ufficio postale, e stava venendo consegnato al comandante del porto da un fattorino in bicicletta, proprio nel momento in cui i primi siluri giapponesi cominciavano a seminare morte e distruzione fra i marinai ignari di tutto.

Sia la sequenza incredibile di intoppi, sia il discorso indignato di Roosevelt, che trascinò in poche ora la nazione in guerra, avrebbero trovato dei riscontri particolarmente sconcertanti nei fatti dell'undici settembre 2001, ovvero nella "nuova Pearl Harbour" tanto auspicata dai neocons soltanto un un anno prima.


Golfo del Tonchino e Guerra del Viet-Nam

Fu sempre una nave americana, la U.S.S. Maddox, ad essere "presa di mira da siluri vietnamiti", nel Golfo del Tonchino, provocando la rapida escalation che portò Lindon Johnson, nel Luglio 1964, a dichiarare apertamente guerra al Viet-Nam del Nord. 

La lunga e tormentata guerra, che costò agli Stati Uniti circa 60.000 morti, si sarebbe rivelata la più grande sconfitta militare americana mai subita nella storia. 

L'allora ministro degli esteri, John McNamara, ha raccontato nel 2002 che nessun siluro vietnamita colpì mai la Maddox, nè altre navi americane, nelle acque del Tonchino.






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Commenti

Anonimo ha detto…
Nell'attacco di Pearl Harbor va detto anche che le navi importanti, le portaerei, non erano alla fonda nel porto ma si erano casualmente allontanate il giorno prima per una imprecisata esercitazione. L'attacco giapponese seminò la distruzione fra incrociatori e corrazzate, vecchie carrette destinate alla demolizione.

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