Libia: il silenzio, le distorsioni e le censure dei mass media occidentali





“Sembra di lavorare per la TV sovietica. Censura a pieno regime, accuratamente coordinata con la redazione di Londra. Qui a Tripoli abbiamo scattato una foto, in una zona controllata dai ribelli. Si vedevano dei cadaveri disarmati e in abiti civili, con segni di tortura. E’ stata elaborata dalla redazione. Poi è uscita con la didascalia: “L’esercito di Gheddafi uccide gli abitanti di Tripoli”. Gli ho telefonato e ho detto: “guardate che in questa zona non ci sono truppe di Gheddafi, qui gli islamisti hanno il controllo completo”. Risposta: “Ne sappiamo di più noi!” E così per ogni altra cosa”, ha raccontato ad Argumenti.ru un reporter che lavora per un’importante rete televisiva.
Egli dichiara: “Ciò che succede veramente, non interessa a nessuno”.
“A Tripoli è un disastro. Anarchia assoluta. Ad ogni passo c’è un posto di blocco che ti controlla accuratamente i documenti e quindi ti dà l’impressione di capire i caratteri inglesi. Ma non appena inizi a parlare, ti fissano a bocca aperta. Quasi tutti i gruppi hanno abbigliamento europeo, ma il modo di fare è quello dei locali. Trasmettono agli ispettori i documenti che gli sembrano sospetti e poi decidono loro se lasciarti andare o trattenerti. E’ interessante che nessuno abbia degli M-16 regolari, tutti hanno soltanto kalashnikov”, racconta il reporter.


A Tripoli, secondo il giornalista, adesso ci sono solo gli islamisti o gli uomini armati dall’aspetto europeo. “E’ evidente che comunicano gli uni con gli altri”, ha aggiunto.
“Nessuno si prende cura della città, nelle strade ci sono cadaveri in decomposizione e nessuno le ripulisce. Praticamente, accanto ad ogni posto di blocco degli islamisti c’è un lago di sangue. Fare delle riprese, ovviamente, è impossibile. E anche se le facessimo, non le comprerebbe nessuno. Ieri volevo andare a Sirte, ma la redazione mi ha chiesto di restare dov’ero quando si è saputo che il colonnello ha ripreso il controllo della città. Ovvio che non ci lascino andare, laggiù ci sono gli stessi “europei”. Ma si sentono chiaramente gli aerei della NATO che sorvolano la città e la bombardano. Sembra che vogliano semplicemente radere al suolo tutto. Di conseguenza, facciamo mettere in posa dei pagliacci alla periferia di Tripoli per 50$ a testa. In redazione sono molto contenti. In TV le immagini sono andate in onda col titolo: “La battaglia di Sirte””, ha detto il giornalista.
Abbiamo volutamente evitato di fare il nome di questo nostro collega che sta lavorando a Tripoli. Stando a ciò che ci dice, egli non ha intenzione di raccontare menzogne, nemmeno per tenersi un lavoro che gli frutta parecchio. 





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