Gasparri, "il fascista dimezzato": ecco come è arrivato dove è ora


Maurizio Gasparri, l’uomo con la faccia di «un cameriere a cui non hanno dato la mancia» (Daniele Luttazzi), probabilmente non è mai stato un picchiatore fascista: le foto degli Anni Settanta infatti lo mostrano agitarsi parecchio ai cortei missini, ma imprigionato dentro un fisico talmente gracile da rendere difficile immaginarlo impegnato nel corpo a corpo con l’avversario.
Sicché , fin da ragazzo, a Gasparri manca la componente fisica del perfetto balilla e non è rimasto altro modo di menare le mani che quello metaforico, attraverso la violenza verbale e l’insulto agli avversari, che non daranno soddisfazioni come le manganellate ma permettono al nostro “fascista dimezzato” di distinguersi nel Fronte della Gioventù e nel Fuan, fino all’approdo al quotidiano di partito – il “Secolo d’Italia” – e alla cooptazione nel gruppo di quelli che un giorno sarebbero stati chiamati “i colonnelli di Fini”.
Eletto così alla Camera nel ‘ 92, Gasparri si distingue quasi subito: è il primo aprile del 1993 quando, a suon di saluti romani e «Boia chi molla», è tra gli urlatori che insultano i deputati davanti a Montecitorio, tra lanci di monetine, spintoni e slogan come «Ladri», «Assassini», «Ma quale immunità». E’ il periodo di Mani Pulite e Gasparri è tra i più accesi sostenitori del pool di Milano. «Antonio Di Pietro per noi è un mito», diceva il 25 luglio 1994 (non proprio ciò che pensa oggi. In un’intervista dell’estate 2010, per esempio, lo ha definito «il peggior politico italiano». Motivo? «È come un coltellino svizzero con mille facce, una peggio dell’altra. Rappresenta i peggiori difetti degli italiani»).


Col passare degli anni comunque Gasparri fa carriera: nel primo governo Berlusconi è sottosegretario all’interno. Nel 1995 è coordinatore dell’esecutivo politico di Alleanza Nazionale. Nel 2001 l’apice: il Cavaliere lo nomina ministro delle Comunicazioni. E lo incarica di salvare il suo monopolio televisivo. Missione compiuta tre anni più tardi, con l’approvazione della legge, che porta il suo nome, che riforma l’assetto radiotelevisivo. «Questa legge non è né pro né contro qualcuno», sostiene nel 2002, presentandone l’impianto. Dopo due anni di scontri con l’opposizione, il progetto viene portato a termine: consente al Cavaliere di mantenere il dominio incontrastato dell’etere, nonostante la procedura di infrazione dell’Unione Europea, poi sospesa per la promessa del governo italiano di adeguare la legge alla normativa europea sull’assegnazione delle frequenze televisive. Sulla Legge 112/2004 (cosiddetta “Legge Gasparri”), che introduce il Sistema integrato delle comunicazioni, scrisse il capo dello Stato, Carlo Azeglio Ciampi: “Il sistema integrato delle comunicazioni (Sic) – assunto dalla legge in esame come base di riferimento per il calcolo dei ricavi dei singoli operatori di comunicazione – potrebbe consentire, a causa della sua dimensione, a chi ne detenga il 20% di disporre di strumenti di comunicazione in misura tale da dar luogo alla formazione di posizioni dominanti”.
Dal 2008 è senatore del Popolo della Libertà, di cui è a capo del gruppo parlamentare. Un incarico che non impedisce a Gasparri di perpetuare il suo instancabile presenzialismo televisivo.
Del resto l’ex neofascista gracile è dotato di una retorica affilata e di una voce squillante che non manca di soverchiare le argomentazioni del nemico. O attaccarlo su tutta la linea. Come quando, conclusa la manifestazione del Pdl a Roma del 20 marzo 2010, definì il questore di Roma «evidentemente in preda a stress o a crisi etilica» per «aver diffuso cifre false, in difetto» sul numero dei presenti. O quando, il 13 febbraio dell’anno precedente, parlò del conduttore di “Annozero” Michele Santoro e del vignettista Vauro come di «due volgari sciacalli che vomitano insulti con le tasche piene di soldi dei cittadini». Non solo: «Gente così offende la verità, alimenta odio e merita solo disprezzo totale della gente perbene», aveva aggiunto Gasparri, deplorando gli insulti del duo, ma non i suoi. Quelli diventano semplici battute nel giro di poche ore. Chiedete all’inviato Alessandro Poggi, che Gasparri durante una convention del Pdl ad Arezzo apostrofò a questo modo: «C’è uno sfigato di ‘Ballarò’ che passa la vita a inseguirci ed è venuto anche qui. Solo che oggi non ci sono gossip o polemiche e non ha un cazzo da fare».
Nel dicembre 2010 fece discutere la proposta lanciata dal capogruppo del Pdl al Senato Gasparri che in una nota auspicò un’azione preventiva contro i possibili capi dei gruppi di violenti protagonisti degli scontri di quel periodo nella capitale. «Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara (rispettivamente segretario e presidente del sindacato delle toghe, ndr), qui ci vuole un sette aprile. Mi riferisco a quel giorno del 1978 in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo».
 L’esponente del Pdl si riferiva al lontano 7 aprile 1979 (e non 1978 come lui ricorda) quando un blitz antiterrorismo portò all’arresto di 16 persone appartenenti ad Autonomia Operaia, segnando la fine dell’organizzazione. Tra gli altri finirono sotto processo Toni Negri, Oreste Scalzone e Franco Piperno, i quali tuttavia, riusciranno a scappare in Francia.
Poco dopo  Gasparri tornò alla carica: «Voglio fare un appello: genitori, dite ai vostri figli di stare a casa. Quelle manifestazioni sono frequentate da potenziali assassini. Vanno evitate».
L’intenzione era quella di tappare col fascio la bocca di migliaia di ragazzini dalle speranze disilluse. Proprio lui che presiede i senatori di forza mafia. Il suo capo è indagato a Firenze per strage e viene continuamente tirato in ballo da Gaspare Spatuzza, che prima di convertirsi scioglieva bimbi nell’acido. Sempre Gasparri è quello che difendeva l’ex senatore Nicola Di Girolamo dimissionato perché eletto con 25 mila preferenze false del clan ‘ndraghetista degli Arena. Fu il protettore di Nicola Cosentino in parlamento quando giustificò il suo voto contrario dicendo“Noi scegliamo la legalità, altri Spatuzza” e protettore dello stesso premier a costo di “trovare un Ghedini o un Ghedoni che troverà un cavillo” per congelare i processi al plurimputato Berlusconi.
Ma più famose delle offese, sono le gaffe di Gasparri. A palazzo Madama, durante la votazione su una mozione di fiducia al governo: «Voi dell’opposizione dovete leggere di più», sbeffeggiava Gasparri in aula: «Vi consiglio ‘L’oro di Mosca’ di Gianni Cerqueti». Peccato Gianni Cerqueti sia un telecronista, e che l’autore del libro in questione fosse Gianni Cervetti. Risate dai banchi dell’opposizione.
Comunque se Gasparri ha un merito, è quello di avere un’opinione forte su tutto. L’agenzia del farmaco approva la pillola abortiva? «Non si può delegare a tecnici privi di legittimazione democratica una decisione che attiene al diritto alla vita». Il poeta di fama internazionale Mario Luzi viene eletto senatore a vita? «Non so quali poesie scriva, dice solo sciocchezze. Era meglio Mike Bongiorno». Se poi il direttore di Famiglia Cristiana, don Sciortino, critica il governo, via alle allusioni sul suo «stile di vita invernale ed estivo», che «è tale che difficilmente può impartire lezioni di morale a chicchessia», passa le serate a fare «bisboccia».
Ma qui Gasparri si ferma, perché sa che invischiarsi troppo nel gossip personale può portargli male. Ai tempi dello scandalo Marrazzo, e della ricerca di un presunto politico che bazzicava gli stessi ambienti con il soprannome “Chiappe d’oro”, qualcuno ha infatti osato tirare in ballo il capogruppo Pdl. «Tutto un equivoco», ha risposto lui, spiegando: «Un giorno nel ’96 mi sono perso in macchina nella zona dell’Aqcua Acetosa, a Roma, un’area che pullula di transessuali, e in questo girovagare sono stato fermato dai Carabinieri, a cui ho chiesto indicazioni stradali». Tutto lì, ed è dunque del tutto falsa la voce secondo la quale ai Carabinieri che l’avrebbero fermato Gasparri avrebbe ricordato con un certa assertività che suo fratello è un generale dell’Arma.
Niente male per un “fascista dimezzato”.





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Commenti

Anonimo ha detto…
Ho scovato questa canzone su Gasparri e mi sto sentendo male dalle risate. Cade proprio a pennello
:-) http://www.youtube.com/watch?v=NOY7fs1HD_g&feature=related

Mara

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