3 buone, anzi, ottime ragioni per mandarli a...



3 buone, anzi, ottime ragioni per mandarli a...In attesa che qualcuno ci “racconti” un valido motivo, possibilmente non la storia dell’Unità Nazionale e “balle” di questo tipo, per cui le opposizioni parlamentari di centro-centro-(sinistra) dovrebbero agevolare l’iter di una manovra economica che - non noi, ma Bersani e Casini - giudicano: “ingiusta, iniqua, inadeguata, inefficace, sbagliata”, da bravi “orsacchiotti” vorremmo, oggi, sommessamente evidenziare il perché - secondo noi - i capi dell’opposizione dovrebbero starne alla larga e non cascare nel tranello.
Vogliamo, intanto, rassicurare i nostri amici sul fatto di essere perfettamente consapevoli che, così facendo, ci mettiamo - ancora una volta - contro tutti e, stavolta (sarà comunque né la prima né l’ultima), anche “contro” il presidente Napolitano. Ci chiediamo, però: “Come si fa a tacere di fronte alle innumerevoli castronerie ascoltate in questi giorni peraltro, rilasciate in barba al buon senso e alla pazienza degli italiani?”. Sono queste, quindi, ad imporci l’obbligo morale della rinuncia al silenzio e della “correzione fraterna”.


Ci riferiamo, in primo luogo, alla richiesta d’aiuto, fatta per interposta persona (il presidente Napolitano, appunto), dal capo del governo italiano ai capi dell’opposizione. Un presidente del consiglio annichilito dalle manovre dei mercanti sulla nostra economia (abietti speculatori, li hanno chiamati), che gli hanno tolto, addirittura, proprio a lui, la favella per quasi una settimana.


Mercanti, mercati o speculatori, accusati di fare il bieco gioco del capitalismo (puntare, cioè, al massimo del profitto da realizzare con il minimo dell'investimento e della fatica) in una situazione di assoluta e manifesta inadeguatezza del governo: tutti i suoi i membri e il suo “capo” ormai, peraltro, dopo la sentenza “Mondadori”, assurto al ruolo di corruttore di giudici.
Ebbene, con quale faccia ci si può presentare, sapendo di avere dei veri e propri mostri nell’armadio, a chiedere aiuto - pur se mascherato dalla formula del “non ostruzionismo” - per realizzare il contrario del programma per cui si era chiesto, non più tardi di due anni fa, il mandato agli elettori? E, infatti, il capo del governo non ha chiesto aiuto, si è limitato a tacere, mandando avanti il capo dello Stato e il ministro dell’economia che si sono richiamati all’amor di Patria per fare breccia nelle dure scorze dei capi dell’opposizione.


Ma, allora, questa è la prima ragione del nostro dissenso: “che senso ha aiutare chi ha neanche la modestia di chiedere aiuto, né il senso civico e della ragion di Stato di ammettere di essere lui il primo problema del governo del Paese?”. Non sorge il dubbio, a Bersani e Casini, che il “Nostro” sia convinto che l’aiutino portato alla “manovra” sia semplicemente dovuto e che, passata la buriana, riaffiori la boria, la vanagloria e l’arroganza di sempre?”.


è, dunque, proprio da questa considerazione che nasce il secondo motivo di dissenso. Il bipolarismo italiano, in questi anni si è manifestato più come una “guerra santa” che come una forma di alternanza al governo della cosa pubblica. Non possiamo, però, non constatare che mentre - spesso e volentieri - in nome del “buon nome” del Paese e dell’interesse generale, il centro-centro-(sinistra) ha spesso rinunciato a molte delle sue convinzioni arrivando, come in questo caso, a puntellare governi di destra. Lo stesso, al contrario, non solo non è accaduto (ricordate il “predellino”; le sòle a D’Alema sulla bicamerale) ma, siamo certi che oggi a situazione inversa il povero Prodi sarebbe stato  fatto oggetto di insulti e contumelie. Ebbene, al di la del fatto che l’Italia non è l’America (dove peraltro la destra - uguale a se stessa e attenta solo ai suoi interessi in ogni parte del mondo - manda a c....e Obama) ma che senso ha, ci chiediamo, questa supplenza, peraltro non richiesta, su un programma che - se non è quello con cui la destra ha vinto le elezioni - certamente non è nelle corde, almeno speriamo, del centro-centro-(sinistra)?


Non è questa la sede per una lezione di storia, ma come non ricordare che la destra, almeno quella italiana, accetta di ritirarsi e di lasciare spazio all’avversario politico sempre e soltanto di fronte ai suoi disastri, alla carestia, alla distruzione. E, in questo, la destra attuale poco differisce da quella del 25 luglio; dalla destra belga che da 375 giorni blocca la costituzione di un governo; da quella greca che se ne va dopo aver gettato lo Stato sul lastrico e mentito sui conti pubblici.


C’è, infine, un ultima ragione. Forse la più importante, che si riferisce al merito della manovra che, ancora una volta, fa pagare i più poveri e, quando attacca i ricchi, lo fa per demagogia (i costi della politica; la riduzione delle auto blu; le pensioni d’oro sopra i 1.400 euro) o, comunque, puntando sempre a salvare gli amici degli amici e “castigando” solo gli arricchiti, i parvenu e i tamarri con i SUV.


Nulla di quello di cui ci sarebbe, invece, realmente bisogno per rilanciare l’economia: garantendo e privilegiando lavoro e investimenti produttivi a scapito di rendite, profitti e speculazioni varie.


Se è vero, dunque, che questa è una manovra iniqua, avversata anche da molti esponenti di destra, proprio per la sua iniquità e inadeguatezza, perchè i capi del centro-centro-(sinistra) non lasciano cuocere questa destra nel suo brodo lavorando, altresì, per cacciarla via - al più presto - dal governo del Paese?


Ripetiamo, di fronte a questa becera destra italiana al governo, attenta solo ai suoi interessi e a quelli della sua parte, non vale alcun appello all’Unità Nazionale (figuriamoci con questa Lega quale Unità si può cercare). Figuriamoci se ci convince, come motivo dell’interventismo, il tentativo di salvare i ceti medio-bassi dalla catastrofe visto che, ancora una volta, la manovra fa pagare proprio loro.


No!, non v’è alcun motivo per salvare questo governo. Ve ne sono, invece, almeno 3 per mandarlo, e in fretta, a...






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