Onorevoli appetiti: i privilegi della casta anche a tavola




Ma quanto ci costano i politici?
Roma, ore 13, ristorante del centro. Il menù, tutto italiano, prevede farfalle al sugo, gallinella in guazzetto, patate al forno, macedonia e un quartino di bianco. Tutto di ottima qualità. Vi siede goduti il pasto ma pensate al conto: 25 euro se vi va bene, ma si rischia di arrivare anche a 40-50 euro. Si vede che non siete degli habitué di Montecitorio. Altrimenti sapreste che per tutto questo pagherete solo 3 euro e 75 centesimi. Avete letto bene: 3,75 euro.


E' quanto spendono i parlamentari o i dipendenti della Camera dei deputati in un ristorante convenzionato, in piazza S. Silvestro, nel pieno centro di Roma. E non è l'unico: ce n'è un altro a due passi dal Pantheon, senza contare i due ristoranti interni a Montecitorio. Con la stessa cifra nel bar a venti metri di distanza un comune mortale riesce a comprare un tramezzino e una bottiglietta di acqua minerale.


Tu mangi e io pago


Lo "scoop" è del Giornale che ha infiltrato una sua giornalista tra le schiere di deputati, addetti e portaborse in pausa pranzo. Un breve viaggio in uno dei molti privilegi della "casta": gli onorevoli e i dipendenti interni sono quelli che pagano meno, ma anche i collaboratori dei politici (i famosi "portaborse"), i consulenti e i giornalisti accreditati se la cavano con cifre di poco superiori e comunqueridicole rispetto ai prezzi correnti.


Chiaramente il costo di questi pasti per il ristoratore è di gran lunga superiore. Nel ristorante sopra citato la convenzione prevede che per ogni pasto consumato da un parlamentare Montecitorio paghi 11 euro. Una cifra contenuta anche perché il numero dei coperti garantiti è notevole. Tuttavia questo significa che più di 7 euro per ogni pasto di un onorevole sono a carico dei contribuenti. Cifra che aumenta per il ristorante interno a Montecitorio dove un deputato paga in media 12 euro e il pasto ne costa il doppio. E sebbene la categoria non abbia stipendi da fame, la differenza è coperta con denaro pubblico. Nel solo 2007 la ristorazione della Camera ha avuto un costo complessivo di 5,2 milioni di euro, di cui 3,8 milioni a carico dello Stato.


Benefit o privilegi?


Sono cose che "fanno notizia", soprattutto in un periodo in cui il "tiro al politico" paga. Ma si potrebbe ricordare che le stesse regole valgono anche nel privato e non fanno altrettanto scandalo. Le aziende che hanno la mensa interna (o che stipulano convenzioni con l'esterno) in genere fanno pagare cifre simboliche ai dipendenti per i pasti, accollandosi il resto del costo. E questo sia per gli operai che per idirigenti. Ma qui si chiamano benefit e non privilegi. All'obiezione che questi costi non gravano direttamente sulla collettività si potrebbe rispondere che i costi del personale rientrano comunque nelprezzo finale delle merci che paghiamo noi consumatori. Ma questo probabilmente non basta ad assolvere la classe politica agli occhi della famosa casalinga di Voghera che stenta ad arrivare a fine mese.






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Commenti

graueshaar ha detto…
mancano comunque ancora i "costi privilegiati" dei sig.r politici x quanto riguarda viaggi, trasferte, alloggi. anche quí i signori si muovono a costo "zero", anzi, vengono persino retribuiti facoltosamnete pesando sulle tasse dei cittadini. x alla fine cosa? vederli seduti nei banchi di montecitorio o comunque esso sia, con quotiniani, pc, I-Pod in uso.

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