Nuova Giunta e vecchia monnezza



La differenza fondamentale tra quel che deve affrontare la nuova Giunta napoletana e i compiti di qualsiasi altra amministrazione sta tutta lì: nella monnezza. E la partita è su diversi fronti. Forse per questo motivo, per la prima volta dopo tempo immemore, l'importante carica di vice sindaco non viene assegnata ad un urbanista, solitamente lo stesso assessore all'Urbanistica, ma ad un esperto di politica dei rifiuti.
E' quanto deve aver probabilmente pensato il neo sindaco De Magistris, quando ha fatto cadere la sua scelta, nonostante le pressioni provenienti dai partiti che hanno sostenuto la sua vittoria, su Tommaso Sodano. Un segnale forte: un esponente storico di Rifondazione Comunista, con alle spalle una lunga esperienza; prima senatore, membro della commissione bicamerale d'inchiesta sul ciclo dei rifiuti, poi presidente, nella scorsa legislatura, della commissione Ambiente del Senato. Ma anche una storia di battaglie, di denunce, dall'inceneritore di Acerra al disastro industriale marchiato FIBE, e tra i feriti degli scontri di quel 29 agosto, proprio ad Acerra.
Le altre novità della giunta riguardano la presenza di esponenti provenienti dalla società civile e non dagli apparati di partito, il che rende più interessante l'osservare quel che succederà nei prossimi mesi. Da Alberto Lucarelli, giurista, già componente della Commissione Rodotà per la riforma del regime civilistico della proprietà pubblica e per la difesa dei beni comuni, ma noto soprattutto per essere stato il redattore dei quesiti referendari contro la privatizzazione dell’acqua, fino a Antonella Di Nocera, forse tra i maggiori esperti di cinema in Italia. Per lei c'è da affrontare la questione cultura e turismo, quel turismo che ha perso molto in questi anni, sempre a causa della monnezza.


Non sono mancate le polemiche, ovviamente. Principalmente per la nomina di Giuseppe Narducci, magistrato, pubblico ministero, l'uomo che ha indagato su Nicola Cosentino e il clan dei casalesi, oltre che su Luciano Moggi nell'affare Calciopoli. Le polemiche però nascono da serie d’inchieste e procedimenti giudiziari contro i movimenti napoletani, in particolare da quella in merito alle manifestazioni contro la discarica di Chiaiano, dove ad essere imputati sono attivisti impegnati anche nelle liste civiche che hanno appoggiato l'elezione a sindaco di De Magistris. Questo senza contare le polemiche con l'Associazione Nazionale Magistrati, per tutti i problemi di compatibilità che possono esserci tra l'essere assessore e il rimanere magistrato. L'ANM ha definito "inopportuna" la discesa in campo del PM e lo stesso Presidente Napolitano si è fatto interprete delle perplessità della categoria.
Gli altri nomi, sono tutti nomi di spicco della città, elementi importanti ed esperti, compreso quel Riccardo Realfonzo, già assessore per un breve periodo in una delle giunte Iervolino, che riprende tra le mani il delicato assessorato al Bilancio, altro nodo importante da sciogliere, assieme alla programmazione economica ed alle società partecipate. Per il comune di Napoli sono ben 18 le partecipate che, in altre città, sono una risorsa finanziaria poiché forniscono entrate all'Amministrazione, mentre a Napoli sono voci di spesa simili a pozzi senza fondo. Il compito sarà arduo e tra le prime necessità c'è quella di snellire i consigli di amministrazione, ridurne i numeri ed i costi e magari assegnare ai consiglieri anche delle deleghe di gestione delle aziende, altrimenti i costi saranno sempre troppo alti, anche per una città di quasi un milione di abitanti.
Tornando al problema principale, quello dei rifiuti, per De Magistris, Sodano e quelli che in qualche modo saranno coinvolti nei loro staff, ci saranno diverse "rogne" da superare. La prima è quella della gestione dell'immediato: la città non è affatto pulita, restano a terra diverse tonnellate di rifiuti, in quantità variabile ogni giorno e tra circa un mese chiuderà per esaurimento la discarica di Chiaiano; la mai sopita sfida (politica prima ancora che tecnica) con la Regione governata dal PDL, rende spesso impossibile portare da qualche parte i rifiuti raccolti.
Ricordiamo che in Campania a decidere dove consegnare, per lo smaltimento, i rifiuti raccolti, è l'"Ufficio Flussi" della Regione. E' quest’ufficio che, praticamente, "ordina" ai comuni dove portare i rifiuti raccolti dai cassonetti. Da diversi mesi, anche precedenti la campagna elettorale, puntualmente per il comune di Napoli, e per altri comuni tutti uniti dall'essere retti da giunte di colore politico diverso da quello della Regione Campania, sono sorti problemi, come l'impedimento da parte dell'Ufficio Flussi di scaricare i rifiuti, o il dirottamento verso zone "calde", come quella di Terzigno, o a volte addirittura fuori provincia.
E' la seconda rogna da affrontare, anche sul lungo periodo. Per impedire che dopo la raccolta urbana i camion dell'Asia restino colmi di sacchi e sacchetti, occorrerà gestire il dialogo politico tra la giunta arancione e la Regione di Caldoro. Argomento spinoso, che dovrà assolutamente arrivare a una convergenza, se non si vuole far credere all'Italia intera che ci sia ancora un'emergenza rifiuti, visto che nei mesi scorsi il tutto è stato originato da bastoni tra le ruote messi da amministrazioni locali di diverso colore politico.
Resta il nodo dell'eliminazione di quanto è a terra nelle strade di Napoli, che può aumentare ogni giorno se non ci si sbriga. Plausibilmente l'unica soluzione d'emergenza è il trasferire, pagando profumatamente, i rifiuti di Napoli in altre provincie e in altre regioni. Eppure, quel pagare profumatamente è poca cosa, rispetto al danno del lasciare crescere ancora una volta i cumuli di rifiuti solidi urbani nelle strade di Napoli. Anzi, questo non deve succedere assolutamente.
Ovviamente non basta affatto il mandare rifiuti fuori regione. Può andare bene per pochi, pochissimi giorni. Dopodichè, senza un serio piano d’incremento (anche lento purché costante) della raccolta differenziata, anche questo metodo non andrà più bene. Se non si porteranno alla luce dei buoni risultati come aumento della differenziazione, non è detto che in un futuro anche breve le altre regioni possano essere ancora disposte a "tamponare" la Campania e Napoli in questo modo.
Per aumentare la raccolta differenziata non basterà pianificare i metodi di raccolta, convincere la popolazione e tutte le cose scontate che vengono dette di solito. Sarà invece necessario mettere a punto dei veri e propri cicli industriali. Non la vecchia filiera dei rifiuti prevista dal vecchio piano, quella che finiva in un inceneritore, come quello di Acerra o quello che si vorrebbe fare a Ponticelli, ma una filiera industriale del riuso e del riciclo con aziende - filiere che peraltro già esistono - pronte a prendere i materiali differenziati e ad inserirli come materie prime seconde nei loro processi industriali.
E queste filiere devono già essere pronte alla partenza, quella vera, della raccolta differenziata. In caso contrario, anche con percentuali di raccolta differenziata elevatissime, rimarrebbero pieni i depositi temporanei, senza un reale commercio a valle. In tal caso, la raccolta differenziata è - e rimane - quanto di più inutile possa esistere. A questo, in aggiunta, dovrà essere affiancato forzatamente almeno un impianto pubblico per il trattamento dell'umido. Poi con calma si discuterà se debba essere di compostaggio, di frazione organica stabilizzata o d’altro, ma è importante che si agisca per individuare non solo le risorse economiche per realizzarlo, ma anche il luogo dove farlo, il suolo. E al più presto.
Anche su questo argomento ci sarà da dare battaglia con Regione e Provincia. Entrambe di centrodestra, entrambe intenzionate a bruciare, in senso letterale, tonnellate non di monnezza ma di denaro pubblico, pur di realizzare l'inceneritore a Ponticelli. Per loro, l'unica filiera industriale possibile è quella che unifica secco (soprattutto plastiche) e umido, per terminare rapidamente nell'inceneritore. Di conseguenza, la raccolta differenziata, un qualunque ciclo più "conveniente" sia economicamente che ambientalmente, un qualunque ciclo più "pulito", viene visto come una pericolosa concorrenza da sconfiggere ed eliminare. Tutte sfide tanto importanti quanto interessanti, che attendono già da ora De Magistris, Sodano, e il resto della Giunta. Sfide che qui su Altrenotizie seguiremo con interesse e attenzione costanti.





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