Calcioscommesse. Spuntano nomi eccellenti

Il procuratore di Cremona Roberto Di Martino
Totti e Vieri nominati nelle telefonate tra gli indagati. Il dubbio degli inquirenti è che in qualche caso si tratti di millanteria. Oggi interrogato Signori, potrebbe rivelare anche il nome dell'uomo collegato al gruppo e responsabile delle scommesse in Asia. Il procuratore di Cremona Di Martino: "Ho la sensazione, non la prova, di combine tra i club"


“L’impressione è che ci siano state partite truccate da società di Serie A”. Bastano queste poche parole, l’impressione di un inquirente di grande esperienza come Roberto Di Martino, per gettare nel panico il massimo campionato di calcio. Non solo scommesse, ma combine tra squadre, con le società pienamente d’accordo, per motivi di classifica e di campionato. È a questi accordi che, a volte, si agganciava poi il “sistema” degli scommettitori, allungandosi fino a Singapore e moltiplicando così il volume degli “affari”. Quando della partita truccata fra società venivano a sapere i calciatori, o gente dell’ambiente, in teoria l’affare era fatto: la soffiata iniziava a circolare tra i “bolognesi” (il gruppo legato a Beppe Signori), o tra gli “zingari”, e il giro di scommesse iniziava a crescere. Fino ad arrivare a nomi noti del calcio, che spuntano tra i ‘brogliacci’ delle intercettazioni. C’è Massimo Erodiani intercettato in una telefonata con il dentista-scommettitoreMarco Pirani. Gli inquirenti non trascrivono la conversazione, ma annotano: “Erodiani dice a Pirani che giovedì va a Bologna a portare i soldi delle giocate. Erodiani commenta con Pirani la partita dell’Inter e dice che l’attaccante del Lecce Daniele Corvia avrebbe pronosticato tanti gol in Fiorentina-Roma avendolo saputo dal capitano della Giallorossa”. Questo il riferimento aFrancesco Totti (ma potrebbe trattarsi di un’altra squadra con gli stessi colori della Roma o di una pura e semplice millanteria) e a una partita finita 2-2, proprio secondo le puntate.



Ma ad essere chiamato in causa è anche Bobo Vieri. Altri due indagati, Ivan Tisci e Antonio Bellavista - l’ex capitano del Bari attualmente in carcere – si sentono per telefono il 21 marzo 2011, il giorno dopo l’incontro tra Inter e Lecce. Ancora nei loro appunti, gli investigatori riferiscono di una lamentela di Tisci per il comportamento di un ex giocatore agli arresti, Bressan, che lo avrebbe tenuto a lungo sulla corda. “L’hanno fatta saltare perche il boss non ha soldi da puntare – è riassunta la conversazione nel ‘brogliaccio’ – Tisci gli chiede se ha visto cosa gli ha scritto ieri sera e che a Milano ha incontrato Bobo Vieri, il quale gli ha detto che non ha vinto molto e ha giocato da casa con il pc”. L’indagato, continuano gli investigatori, “dice di averlo imbeccato e Vieri sapeva dell’over 3,5 dell’Inter”.

Le millanterie e i giochi pericolosi. A volte si millantava, come si presume nel caso di Inter-Lecce, finita uno a zero per i nerazzurri, ma la quantità di soldi puntata non era un problema esclusivamente finanziario. C’era un contatto a Singapore. C’era un terzo uomo che, secondo gli inquirenti, era connesso a Signori (il tramite tra i “ bolognesi e Singapore, a quanto detto dal commercialista Manlio Bruni, sentito ieri dal gip Guido Salvini) e al suo gruppo, che puntava direttamente in Asia. Milioni investiti sulla parola. Con una semplice telefonata. Milioni che, una volta persi, potevano significare anche una violenta ritorsione, da parte degli asiatici, nei confronti di chi aveva fornito loro l’informazione sbagliata. Il gioco diventa pericoloso, i “bolognesi” iniziano a temere per la loro vita, da Singapore qualcuno potrebbe chiedere il conto se le puntate sbagliate non vengono recuperate. Che ci fosse un accordo, sulle puntate in Asia, lo conferma un foglietto trovato dagli investigatori quando perquisiscono Signori. Un foglio scritto a penna dove si leggono le condizioni per le puntate in Asia. Per esempio: si deve puntare nel momento esatto in cui inizia la partita. Non un minuto prima. Non uno dopo. È la regola del gioco più grande, quello asiatico che – lo si apprende dalle telefonate intercettate – arriva a moltiplicarsi fino a 23 milioni di euro per scommessa. Le conferme a ciò che è già descritto nelle intercettazioni, e l’apertura verso scenari più ampi, come quello degli accordi tra società in Serie A e B, arriva da ben cinque ore di risposte: quelle di Marco Pirani, l’odontoiatra interrogato ieri dal procuratore capo di Cremona Roberto di Martino.

Sono diventate 30 le gare da verificare. Le partite sospette, in sole cinque ore, da 18 sono diventate circa 30. Spunta un altro incontro di Serie A, del quale però, per il momento non trapela il nome delle squadre coinvolte. Altre cinque società di Serie B, per le quali, il sospetto più forte, è che si siano accordate per taroccare il campionato. Conferme, parecchie conferme anche dall’interrogatorio di Manlio Bruni, il commercialista collega di Franco Giannone che, secondo l’accusa, nello studio di Bologna incontrava Signori per pianificare le scommesse. L’incontro filmato e intercettato dallo Sco della polizia, quello di marzo, non è stato l’unico. Bruni ha ammesso dinanzi al gip Guido Salvini che gli appuntamenti fissati sarebbero stati almeno sette. E da Bruni arrivano conferme anche sulla presenza dell’uomo a Singapore. Forse la parte più interessante, sotto il profilo investigativo, quella che svelerebbe il sistema per intero, nella sua scala internazionale. Ma soprattutto: è sempre più critica la posizione di Beppe Signori. In tanti hanno parlato di lui. Il suoi commercialisti, per esempio, è poi il ritrovamento di quell’appunto, dove gli investigatori hanno trovato frasi precise, interpretate come “vere e proprie condizioni”. Oggi Signori sarà interrogato da Salvini. La decisione sarà presa all’ultimo istante, ma pare difficile che s’avvarrà della facoltà di non rispondere, e se Signori ammetterà ciò che gli altri gli attribuiscono, se deciderà di collaborare, altri nomi sono destinati a finire agli atti dell’inchiesta. Sulla sola Inter–Lecce, infatti, il gruppo dei “bolognesi” avrebbe puntato ben 450 mila euro. Poi sviluppati in maniera disastrosa sui siti asiatici. È proprio Signori che può svelare l’identità dell’uomo a Singapore. E quello di altri calciatori. Nelle stesse ore sarà interrogato anche Massimo Erodiani, sempre dal procuratore Di Martino, e altri tasselli potrebbero tornare al loro posto. Tanto a posto che negare, forse, da oggi non conviene più a nessuno.

da Il Fatto Quotidiano







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