La Russa: volo di Stato per vedere la partita dell' Inter si muove la Corte dei Conti


I giudici contabili vogliono vederci chiaro: quanto ha speso il ministro per andare alla partita?

Quando si è cominciato a parlare della vicenda, il ministro della Difesa Ignazio La Russa aveva nicchiato: “Questioni di sicurezza”. Ma adesso a voler veder chiaro nel volo di Stato preso per andare a vedere Inter-Shalke 04 è la Corte dei Conti. Ne parla Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera:

Quando la vicenda fu resa pubblica lui assicurò di aver avuto un «comportamento irreprensibile». Adesso saranno i giudici contabili a stabilire se sia davvero così. La Corte dei conti avvia un’inchiesta sulla decisione del ministro Ignazio La Russa di utilizzare un aereo di Stato per andare alla partita dell’Inter il 5 aprile scorso. E delega gli accertamenti alla Guardia di Finanza che dovrà acquisire i piani di volo e l’intera documentazione relativa al viaggio, anche per verificare se con il titolare della Difesa fossero a bordo altre persone che non fanno parte dello staff. L’obiettivo appare evidente: stabilire quanto abbia gravato la trasferta sulle casse statali, ma soprattutto se si tratta di esborso che si poteva evitare. Non solo. Imagistrati vogliono poi scoprire se anche in altre occasioni non istituzionali sia stato utilizzato questo tipo di velivolo.

La ricostruzione del Corriere:

Accade tutto un mese fa, quando La Russa è in tribuna a San Siro per seguire la sua Inter impegnata nella partita di Champions League contro lo Schalke 04. L’incontro finisce nel peggiore dei modi con la sconfitta dei nerazzurri per 5-2 e nella notte il ministro rientra nella capitale. Come si sia mosso lo svela tre giorni dopo il quotidiano Il Fatto: aereo P180 dell’Arma dei carabinieri all’andata, aereo dell’Aeronautica militare con numero identificativo MM62210 per il ritorno con decollo alle 23. Le informazioni sono precise, il ministro non può negare. E infatti ammette che sono proprio questi i mezzi utilizzati, sostenendo però che il suo comportamento è stato perfettamente regolare. «Motivi di sicurezza—spiega La Russa in una nota — mi impongono anche contro il mio volere di non usare voli di linea. E poi basta guardare qual era il giorno della partita: tornavo dall’Afghanistan con voli programmati da Roma a Milano da tempo».

Giustificazioni che evidentemente per i giudici della Corte dei conti non sono sufficienti a giustificare il decollo dei due velivoli militari:

Già in passato è stato infatti evidenziato come chi ricopre ruoli istituzionali non debba gravare sul bilancio pubblico per quanto riguarda i propri impegni privati. E questo principio è stato recepito nel 2008 in una direttiva emenata dal governo tuttora in carica, dopo che lo stesso presidente del Consiglio Silvio Berlusconi era finito sotto inchiesta – poi archiviata – proprio per aver fatto salire a bordo degli aerei di Stato numerose ragazze, il cantante Mariano Apicella e altri ospiti delle sue feste a Villa Certosa in Sardegna. Analoga decisione la procura della Repubblica di Roma l’aveva presa nei confronti di Clemente Mastella e Francesco Rutelli che con un volo ufficiale erano andati al Gran Premio di Monza quando erano al governo.

La magistratura contabile deve invece valutare l’eventuale danno all’Erario e per questo si terrà conto anche del rispetto delle regole varate da palazzo Chigi:

«Il trasporto aereo di Stato—sono queste le disposizioni — è concesso secondo criteri di economicità e di impiego razionale delle risorse, previa rigorosa valutazione dell’impossibilità, dell’inopportunità o della non convenienza di ricorrere ad altri mezzi di trasporto, ovvero previa verifica delle specifiche esigenze di alta rappresentanza in relazione alla natura dell’evento». L’inchiesta avviata dalla Corte dei conti dovrà stabilire se tale regola sia stata rispettata in questo e in eventuali altri casi di utilizzo dei velivoli. Anche perché la stessa direttiva come questo tipo di trasporto «è consentito esclusivamente alle personalità destinatarie del volo e ai componenti della delegazione della missione istituzionale » mentre «l’imbarco di personale estraneo alla delegazione ma accreditato anche in relazione alla natura del viaggio e al rango rivestito dalle personalità trasportate, è consentito in via del tutto eccezionale e previa rigorosa valutazione ».

D’altronde, se motivi di sicurezza gli impedivano di volare sui voli di linea, i motivi istituzionali che dovevano costringerlo ad andare a Milano sembrano piuttosto labili.



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