I siti per le centrali fra cui Veronesi dovrà scegliere in Italia (ma ora è tutto in sospeso)

 L’Agenzia italiana per la sicurezza nucleare, presieduta dal famoso oncologo Umberto Veronesi, dovrà  indicare le località italiane dove poter insediare sia le future centrali nucleari sia i depositi delle scorie radioattive. Sulla scorta di una Valutazione ambientale strategica (Vas) ci sarebbe già un elenco di 52 località italiane che la Sogin, la società pubblica che gestisce gli impianti nucleari, ha individuato come possibili sedi per depositare le scorie. Per quanto riguarda invece le centrali elettriche da costruire, non esisterebbero elenchi di potenziali siti ma – come risulta da una scheda-stampa preparata a suo tempo dall’agenzia ANSA - alcune località vengono individuate in una mappa di probabili insediamenti nucleari, messa a punto autonomamente dagli ambientalisti “Verdi”.
  Ecco nel dettaglio la situazione:
REGIONI E ZONE ITALIANE CHE SAREBBERO FRA QUELLE GIUDICATE IDONEE DALLA SOGIN PER IL DEPOSITO DELLE SCORIE RADIOATTIVE (Parco tecnologico con aree di scienza e ricerca): Viterbese, Maremma, confine tra Puglia e Basilicata, confine tra Puglia e Molise, Colline emiliane, Piacentino e Monferrato. Dai depositi di scorie verrebbero escluse Sicilia e Sardegna, le località di alta montagna, le zone troppo abitate, i terreni con rischio sismico rilevante, i luoghi soggetti a frane o allagamenti. La comunità locale che accetterà di ospitare le scorie verrà ricompensata con forti incentivi economici. Per individuare le aree, i tecnici si sono basati su un sistema ricostruttivo attraverso mappe chiamato ’strati a Gis’: in esso si incrociano, sovrapponendo le mappe, i contrassegni che indicano i diversi criteri da adottare e al termine di questo procedimento tecnico-visivo si prendono in considerazione come idonee le aree in cui rimangono dei ‘buchi’.


POSSIBILI SITI PER LE CENTRALI NUCLEARI IN ITALIA: secondo una ricostruzione dei “Verdi”, la centrale nucleare in Lombardia di cui parla il ministro dello Sviluppo  economico, Paolo Romani, “molto probabilmente, sarà realizzata tra le province di Cremona e Mantova lungo l’asta pluviale del fiume Po”. A parere dei Verdi il primo nuovo reattore nucleare d’Italia sarà ubicato, con ogni probabilità, a Montalto di Castro, nel Lazio, in provincia di Viterbo. Poi, in “pole position” per gli altri tre reattori che il governo ha in mente – sempre secondo i Verdi – ci sarebbero l’area di Caorso in Emilia-Romagna e  vicinissima alla Lombardia, quella di Chioggia(Venezia) e una terza da assegnare a Oristano, in Sardegna, oppure a Nardò, in Puglia. Le altre aree adatte a ospitare una centrale nucleare sono – sulla base della mappa dei Verdi – Monfalcone (in Friuli Venezia Giulia),Fossano e Trino (Piemonte), Scarlino (Toscana), San Benedetto del Tronto (Marche), Latina (Lazio), Termoli (Molise), Mola di Bari o Manduria (Puglia), Palma (Sicilia).





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Commenti

Giada ha detto…
Ma che vogliono fare?! Che deficenti! Cmq in Sardegna non se ne parla proprio!

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