Giovani disoccupati: in Italia più che altrove


Sostanzialmente ci chiediamo se i giovani italiani, definiti come la fascia d’età che va dai quindici ai ventiquattro anni, abbiano prospettive lavorative migliori o peggiori dei loro coetanei internazionali.
Il primo grafico mostra la media della disoccupazione giovanile negli anni 2005/2007 in vari paesi OCSE. Ci fermiamo al 2007 per studiare il quadro internazionale pre-crisi; rimandiamo ad un prossimo articolo l’analisi degli effetti della crisi economica del 2008 sulle prospettive lavorative dei giovani. L’Italia si posiziona tra gli ultimi posti: la nostra disoccupazione giovanile è più alta di circa sette punti percentuali rispetto alla media europea. Tra i gli altri paesi solo la Polonia, la Slovacchia e la Grecia fanno peggio nel periodo di riferimento.


È importante comparare la nostra situazione e quella internazionale non solo in termini assoluti, come abbiamo fatto sopra, ma anche in termini relativi, ossia rispetto agli over-30. Questa comparazione ci permette di capire se la disoccupazione sia un fenomeno trasversale a tutte le generazioni oppure colpisca in particolar modo i giovani. Che in Italia affligga soprattutto i giovani lo abbiamo visto in un precedente articolo. Ci chiediamo se questo sia una particolarità italiana oppure un fenomeno diffuso.
Il secondo grafico mostra il gap tra la disoccupazione giovanile (15-24 anni) e quella adulta (30-64 anni); le barre sono ordinate in ordine crescente di dimensione: a destra si trovano i paesi per i quali il gap tra disoccupazione giovanile e adulta è maggiore. Questa figura ci dice due cose: (1) la disoccupazione giovanile è più alta di quella adulta in tutti i paesi del nostro campione e (2) l’Italia anche in questo caso si posiziona agli ultimi posti, facendo decisamente peggio della media europea. In parole semplici, il mercato del lavoro è più difficile per i giovani di tutti i paesi del nostro campione ma lo è in misura maggiore gli italiani.
Con il terzo grafico diamo uno sguardo dinamico al fenomeno. La figura mostra l’evoluzione della disoccupazione per diverse fasce d’età nel nostro Paese, negli USA, in Svezia e per l’Europa nel suo complesso (*). Notiamo alcune cose: anzitutto il gap tra disoccupazione giovanile e adulta è notevolmente aumentato in Italia e in Europa. L’Italia sembra però aver fatto peggio sia della Svezia sia della media europea. È utile comparare queste dinamiche a quelle degli USA: il gap tra disoccupazione giovanile e disoccupazione adulta è rimasto pressochè costante in America. Queste diverse dinamiche sembrano indicare un diverso funzionamento del mercato del lavoro nel vecchio e nuovo continente. Queste differenze saranno oggetto di un prossimo articolo.
In conclusione ci sembra utile ribadire quanto abbiamo imparato da questo confronto internazionale. In primo luogo, la disoccupazione giovanile in Italia è tra le più alte nei paesi OCSE. In secondo luogo, se è vero che la disoccupazione giovanile è di solito più alta di quella adulta, è anche vero che questo fenomeno è particolarmente accentuato in Italia e i nostri giovani soffrono in termini relativi più dei loro coetanei internazionali. Da ultimo, la situazione lavorativa dei giovani rispetto agli adulti negli ultimi trenta anni è peggiorata nel nostro paese più che nel resto d’Europa, e molto più che negli Stati Uniti dove è rimasta pressochè invariata.
(*) In questo grafico, cambi alla metodologia e ad alcune definizioni che limitano la comparabilità dei dati si sono verificate per la Svezia (nel 1986, 1992 e 2004), per l’Italia (nel 1993 e nel 2004) e per gli USA (nel 1994 e nel 2000).



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