Idiozie scientifiche: Quando la radioattività credevano facesse bene alla salute



Per quanto al giorno d’oggi possa sembrare quasi incredibile, appena scoperta la radioattività erano in molti a pensare che questa fosse in realtà estremamente benefica e potesse essere usata come cura per le problematiche più disparate. 

La cura “miracolosa” proposta per la più ampia gamma di usi è stato il Radithor, che ha causato la morte di diverse persone, cosa che ha condotto ad un’indagine più approfondita sugli effetti reali delle radiazioni.

Profilattici al radio. Per recuperare vigore sessuale, in tempi in cui non c’era il Viagra, intorno al 1920 sono stati messi in commercio dei profilattici al radio: per rivitalizzare la propria vita sessuale, infatti, cosa poteva esserci di meglio di bombardarsi il pene con profilattici radioattivi?

Gelato all’uranio. E’ stato in vendita per un periodo solo nella costa occidentale degli USA, per festeggiare la scoperta di un giacimento di uranio. Non è chiaro se effettivamente contenesse l’elemento, ma dimostrare comuqneu quanto fossero stati male compresi gli effetti delle radiazioni all’inizio del ’900, e quanto invece in molti fossero entusiasti di queste novità.

Crema di bellezza “tho-radia“. Commercializzata in Francia, è stato il tentativo del mondo dei prodotti per la cura della persona di realizzare un prodotto che offrisse i presunti effetti benefici della radioattività.

Dentifricio al torio. Anche i denti meritano le loro dose di radiazioni, verrebbe da dire. Realizzato in Germania alle porte della seconda guerra mondiale, fortunatamente (per ragioni di costi, sembra) conteneva concentrazioni di materiale radioattivo molto ridotte.

Addizionatore di radio per l’acqua potabile. Per essere sicuri di prendere una “giusta” dose di materiale radioattivo, la cosa migliore è addizionarlo all’acqua che si beve. All’inizio del secolo scorso, sono state venduti diversi modelli di vasche che avevano lo scopo di miscelare l’acqua potabile con elementi radiattivi come il radio.

La “moda” di usare materiali radioattivi non si è però fermata all’inizio del secolo scorso. Negli anni ’80 un produttore giapponese ha realizzato la “NAC Plate”, una placca di metallo contenente uranio, da inserire nel pacchetto di sigarette e che avrebbe dovuto diminuire la concentrazione di nicotina nelle sigarette stesse. Certo, cosa ci può essere di meglio di fumare delle sigarette più leggere, ma radioattive?



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