Fukushima, in Italia il rischio legato alla contaminazione non è più irrilevante



Il Giappone e la costa occidentale degli Stati Uniti piangono per il fallout di Fukushima. Ma l’Europa non ride. L’organizzazione no profit francese Criirad ha diffuso uno studio secondo il quale il rischio legato alla contaminazione da Iodio-131 non è più irrilevante.
Vale per la Francia e per altri Paesi come Belgio, Germania, Italia e Svizzera.
Non è affatto il caso di tapparsi in casa, non è affatto il caso di prendere pillole di iodio: però, dice l’associazione, le donne incinte, le mamme che allattano e i bambini al di sotto dei due anni dovrebbero cominciare a tenere presente il problema.
In fondo trovate il link al documento completo del Criirad. In sintesi si tratta di questo: attenzione a bere acqua piovana, attenzione a insalata, spinaci e simili; a latte, latticini e formaggi freschi. I cibi più facilmente contaminati: gli stessi dei tempi di Chernobyl.
Non che un piatto di spinaci danneggi la salute: il problema è semmai l’accumulo di radiazioni, dice Criirad. Un bambino al di sotto dei due anni che mangiasse questi cibi con una contaminazione pari a 10 Becquerel al chilo assorbirebbe nel giro di due-tre settimane la dose di radioattività tollerabile dal suo organismo in un anno.
La contaminazione riscontrata dal Criirad è molto più bassa dei 10 Becquerel al chilo: al massimo 3,1 Becquerel nella pioggia e 2,1 nel latte di capra.
Però questi campioni sono stati prelevati negli ultimi giorni del mese scorso.Ora siamo all’11 aprile, Fukushima sta sputando fuori radioattività dall’11 marzo e non se ne vede la fine. Appunto da questo – cioè dall’accumulo – possono nascere i problemi.






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