Castelli: agli immigrati non si può sparare, per ora. Molotov a Genova

Roberto Castelli afferma che "bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora". Parole di "istigazione all'odio e alla violenza", dice Donadi dell'IdV. E a Genova una molotov viene lasciata in una struttura che dovrà ospitare un centinaio di immigrati.
L'ex Ministro della Giustizia e attuale Viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti, Roberto Castelli, solo ieri dichiarava candidamente durante un intervento nel programma di Radio 2 'Un Giorno da Pecora' che "bisogna respingere gli immigrati, ma non possiamo sparargli, almeno per ora". Un "pensiero" di cui Castelli "si dovrebbe vergognare" visto che "richiama il peggior fascismo", come afferma il vicepresidente dei senatori del PD Luigi Zanda, mentre Italo Bocchino di Fli chiede al governo di "chiarire le parole del viceministro".
E di parole ce ne sono state ben altre, affermando ancora che "le violenze degli immigrati, che potrebbero diventare milioni nel corso del tempo, potrebbero obbligare le autorità ad usare le armi" spiegando che "le controversie internazionali, spesso, come abbiamo visto in Iraq o in Kosovo, si risolvono con le armi". A Radio 2 Castelli dice anche che "questi signori, che dovevano già essere rimpatriati, hanno cominciato a bruciare i materassi. E se poi cominciassero a tirare sassi, pietre, e quant'altro? Si risponderebbe con gli scudi e i manganelli, perché così si fa nei confronti di qualsiasi cittadino italiano che non rispetta le disposizioni delle autorità di pubblica sicurezza - aggiungendo - E se uscisse qualche arma e cominciassero a sparare, noi cosa dovremmo fare?". Sparare? chiedono i conduttori del programma. "Contro le Brigate Rosse, cosa abbiamo fatto?", conclude il leghista.


Per Massimo Donadi, capogruppo di IdV alla Camera, quelle di Roberto Castelli sono parole di "istigazione all'odio e alla violenza". Un odio e una violenza che sembra essersi espressa questa notte a Genova, dove qualcuno ha lanciato verso una delle strutture individuate dal Comune per accogliere gli immigrati nordafricani provenienti da Lampedusa, una molotov. Precisamente, stando a quanto riporta La Repubblica, "una bombola di gas da campeggio piena ed un grosso petardo legato con del nastro adesivo come innesco". Tale ordigno incendiario è stato fatto esplodere davanti all'ex istituto scolastico Casaregis, di via della Fortezza a Sampierdarena, dove al massimo saranno accolti un centinaio di immigrati. Solo un centinaio. Un gesto che fa crescere la tensione e le preoccupazioni, che perlomeno dovrebbero essere smorzate da chi siede in Parlamento.
E mentre il sindaco di Genova Marta Vincenzi (PD) condanna l'intimidazione, sottolineando che tale "gesto brutto e preoccupante" spingerà "ancora di più all'accoglienza e alla solidarietà" invitando tutti a "non alimentare la paura", il viceministro Castelli, rispondendo a chi lo aveva criticato e a chi lo invitava a chiedere scusa ai cittadini e ai migranti, chiudeva il discorso con un "Ritengo di avere usato un linguaggio semplice e comprensibile per tutti. Chi vuole continuare a reagire in modo condizionato è libero di farlo ma - avverte Castelli - il 'politicamente corretto' tra il popolo italiano sta passando di moda".






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