Campania, ecco gli "impresentabili", candidati indagati per camorra o riciclaggio

Achille De Simone, consigliere comunale uscente, candidato come capolista di Alleanza di Centro a sostegno di Gianni Lettieri (Pdl)
Il caso Napoli: alcuni accusati per collusione con la camorra, altri indagati per riciclaggio


Altro che liste pulite. A setacciare le candidature delle amministrative in Campania scovi di tutto: arrestati per collusioni con la camorra, indagati per riciclaggio, ex ministri rinviati a giudizio, sindaci che collezionano inchieste e processi come fossero tappi di birra. E sullo sfondo le moine di sempre, di chi a parole censura l’arrivo di quei voti e nei fatti se ne servirà: io non sapevo, io mi dissocio, se vinco grazie a lui mi dimetto.
Lo disse anche il Governatore Stefano Caldorol’anno scorso, quando gli infilarono di soppiatto in una lista alleata un condannato in primo grado per camorra, che peraltro è stato pure eletto e tra poco potrebbe essere reintegrato in consiglio regionale. Senza che nessuna testa sia saltata.

Da chi cominciamo? Il caso del momento è la presenza di Achille De Simone, consigliere comunale uscente, come capolista di Alleanza di Centro, una delle 11 liste a sostegno del candidato sindaco Pdl di Napoli Gianni Lettieri. Il Gip Antonella Terzi nell’ordinarne l’arresto il 26 novembre del 2009 commentò così la partecipazione di De Simone a un incontro in cui una donna del clan Sarno minacciava l’animatore di un movimento antiracket: “Autentico raccapriccio, è forse l’episodio più intriso di mentalità malavitosa, inquinato dal concorrente apporto dell’inqualificabile De Simone”. Inqualificabile per il giudice, ma non incandidabile per la politica napoletana. Anche se Lettieri ne ha preso le distanze, invitandolo a ritirarsi e annunciando di essere sin da ora dimissionario se i voti di De Simone saranno determinanti per la sua elezione. Pionati, il capo dell’Adc, ha definito il suo inserimento in lista “un errore di distrazione”. Mannaggia.

Ma non è l’unica candidatura che fa discutere. Nel Pdl di Napoli è in corsa Maurizio Matacena, commercialista, indagato per riciclaggio in concorso col senatore e sindaco Pdl di Afragola Vincenzo Nespoli, per il quale pende un’ordinanza di arresto fermata dal Parlamento. Matacena è accusato di aver fatto sparire circa 300mila euro nell’ambito delle indagini sulla bancarotta fraudolenta degli istituti di vigilanza riconducibili a Nespoli e sul dirottamento dei loro fondi verso alcune speculazioni immobiliari di Afragola.

Nella lista azzurra c’è pure Marco Nonno, consigliere uscente An. É imputato per concorso in devastazione, per aver coordinato la guerriglia urbana che impedì la riapertura della discarica di Pianura. Vicenda per la quale ha trascorso 13 mesi agli arresti, tra carcere e domiciliari. In questi giorni Nonno ha presentato un libro dove racconta la sua versione su Pianura. È un collezionista di armi antiche e il suo manifesto elettorale lo ritrae con l’elmetto in testa. “Per Pianura – spiega – ho combattuto”.



Qualche problemino giudiziario lo hanno anche alcuni candidati sindaci. Clemente Mastella(Popolari-Udeur) è fresco di rinvio a giudizio per la compravendita della casa di Largo Arenula a Roma, immobile che era nella disponibilità dell’Udeur (ospitava la redazione de Il Campanile) ma che attraverso un tortuoso giro di cessioni azionarie è stato intestato ai suoi figli. L’ex Guardasigilli è stato però assolto dalle accuse di associazione per delinquere: il giudice ha detto no al teorema partito-clan. Luigi De Magistris (Idv-Federazione della Sinistra) ha una richiesta di rinvio a giudizio a Roma per alcune presunte anomalie sulla gestione dei tabulati telefonici nel corso delle inchieste condotte dai pm a Catanzaro. Ma va ricordato che per simili anomalie Genchi è già stato assolto. Peraltro, non si tratta di reati comuni o a scopo di lucro ma contestati per via delle legge Boato del 2003, che si presta a varie interpretazioni. De Magistris poi è stato assolto poche settimane fa a Salerno da una fastidiosa accusa di omissione d’atti d’ufficio per l’accusa – caduta – di non aver indagato a dovere su una denuncia. C’è poi Lettieri (Pdl), che è sotto processo a Salerno per truffa e falso per la delocalizzazione in zona Asi di una delle sue aziende, la Manifatture Cotoniere Meridionali di Salerno. Prossima udienza, 7 giugno. La prescrizione è vicinissima: i fatti risalgono alla prima metà degli anni 2000.


In caso di vittoria di Lettieri a Napoli e del Pd Vincenzo De Luca a Salerno, si realizzerebbe una singolare coincidenza: due sindaci di due città capoluogo della Campania, imputati nello stesso dibattimento e per lo stesso fatto. De Luca il regista della variante urbanistica ritenuta illegittima, Lettieri l’utilizzatore finale, secondo la Procura. De Luca, che si candida a un secondo mandato consecutivo (sarebbe il quarto negli ultimi 18 anni) deve difendersi in un secondo processo per un’altra variante, la trasformazione dell’ex Ideal Standard in un Parco Marino da realizzare con capitali emiliani. Tra le accuse, quella di tentata concussione. Il dibattimento prosegue il 9 maggio. La prescrizione è vicina anche qui. C’è pure una recente inchiesta del pm di Salerno Roberto Penna che contesta a De Luca il peculato per un incarico assegnato al suo fedelissimo dirigente Alberto Di Lorenzo. Si tratta di una nomina firmata dal sindaco nella sua qualità di commissario governativo per la realizzazione del termovalorizzatore (ora non lo è più). L’inchiesta è praticamente finita, si attendono le determinazioni della Procura.


Torniamo a Mastella, un nome che ricorre quando si scrive di politica e inchieste giudiziarie. A Benevento si candida al consiglio comunale l’assessore uscente Aldo Damiano. Fa parte di una lista civica a sostegno del candidato sindaco Pd, l’uscente Fausto Pepe, sfiduciato in extremis per impedirgli di fare campagna elettorale da primo cittadino in carica. Pochi giorni fa Damiano è stato raggiunto da un avviso concluse indagini per corruzione in concorso con il presidente del Palermo Maurizio Zamparini e con i coniugi Clemente e Sandra Mastella. Secondo l’accusa, da assessore all’Urbanistica in quota Udeur nella giunta del 2006, Damiano avrebbe concesso corsie preferenziali non dovute alla realizzazione del centro commerciale ‘I Sanniti’, realizzato da Zamparini, nello stesso periodo in cui dal conto corrente dell’imprenditore friuliano della grande distribuzione partiva un bonifico di 50.000 euro per l’associazione culturale ‘Iside Nova’, presieduta dalla signora Mastella. Per il pm quel bonifico era una tangente e Mastella ha parlato di ‘singolare coincidenza’ tra la notifica dell’avviso e l’ufficializzazione formale della sua candidatura a sindaco di Napoli. Che però aveva annunciato con sei mesi di anticipo. Ma il record di inchieste forse lo detiene Gennaro Cinque. Il sindaco Pdl di Vico Equense si ricandida a dispetto di quattro richieste di rinvio a giudizio per reati che vanno dall’abuso d’ufficio all’omissione d’atti d’ufficio. Più una quinta indagine – ma il fascicolo è ancora aperto – per omissione d’atti d‘ufficio.


da "il Fatto quotidiano"





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