Uccide il suo stupratore, e adesso rischia la decapitazione


Una collaboratrice familiare  rischia di essere condannata per aver colpito a morte il capo che aveva cercato di violentarla. Ma se pagherà si può salvare.

Darsem binti Dawud Tawar in Arabia Saudita è stata accusata di aver ucciso per legittima difesa il suo capo, un yemenita, che aveva tentato di violentarla. Ma, secondo la legge locale, la salvezza si può pagare. Ora si sta cercando di raccogliere mezzo milione di dollari per salvare la vita della donna. Attraverso una campagna nei network televisivi e in Facebook si sta cerando di raccogliere donazioni. Darsene è stata riconosciuta colpevole dal tribunale di Riyadh nel maggio 2009.

SOLDI SPORCHI – Il portavoce del ministero degli esteri indonesiano ha detto che la famiglia della vittima sarebbe disposta a perdonarla in cambio di un versamento di 530mila dollari (380mila euro). La pratica del perdono a pagamento è nota come Diyat o blood money (soldi sporchi). La donna ha già raccolto 265mila dollari, attraverso la campagna portata avanti da social network, reti televisive e appelli umanitari.

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