No all'Election day: uno spreco da 300 milioni di euro


È fortissima l'indignazione che si manifesta su internet per il mancato election day, iniziativa che avrebbe consentito un risparmio di ben 300 milioni di euro. L'accorpamento, cioè, dei referendum su acqua pubblica, legittimo impedimento e nucleare, previsti per il 12 giugno, con le elezioni amministrative in programma il 15 ed il 29 maggio.
Sono in molti ad aver sollevato critiche sulla mancata decisione, in alcune occasioni ipotizzando che dietro possa esserci la volontà di rendere più complicato il raggiungimento del quorum refendario. Tutto questo mentre è ancora forte l'eco per le polemiche sul costo della festa per il 17 marzo che, nell'ottica del risparmio, è costata agli italiani un giorno di ferie. La contraddizione nelle posizioni di Lega Nord e Confindustria appare evidente: non vi era un euro per festeggiare l'Unità d'Italia, mentre l'election day può non essere organizzato, anche se al costo di 300 milioni di euro. Tra gli indignati, anche molti internauti della rete, che spesso hanno accompagnato i loro commenti con improperi e offese.

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