Liguria, prima tagliano le auto blu, poi ci ripensano



La norma anti-sprechi è sparita dal bollettino ufficiale. La finanziaria regionale 2009 decurtava i rimborsi. Un segnale accolto con favore da tutte le parti politiche: "Ora chi vuole il privilegio dovrà pagare". Al momento dell'attuazione, però, la norma è sparita. Nel silenzio generale

Rigore all’italiana: alla Regione Liguria hanno tagliato tutto. Perfino i tagli. Proprio così: è bastato un emendamento “invisibile” e magia… le riduzioni di stipendio per assessori e presidenti (della giunta e del consiglio regionale) che usano le auto blu sono state eliminate. Senza che nessuno, o quasi, se ne accorgesse.

Tutto comincia nel 2009, periodo di tagli selvaggi per gli enti locali. Il governo dà una sforbiciata ai trasferimenti alla Liguria: 70 milioni in meno rispetto all’anno precedente. I liguri se la passano male, sulla sanità incombe un buco di bilancio da decine di milioni, vengono chiusi ospedali, ridotti all’osso servizi essenziali perfino per i malati psichiatrici.

Allora, ecco che la Regione decide di dare il buon esempio, annunciando tagli in casa propria. Con qualche frecciata ai colleghi di altre amministrazioni: “La Liguria – ricorda l’assessore al Bilancio, Pippo Rossetti – per gli emolumenti a consiglieri e assessori è tra le più basse d’Italia: mi chiedo per quale motivo non si vanno a cercare le Regioni a statuto speciale dove arrivano un sacco di soldi, come la Sicilia che ha 24mila dipendenti”.

Si parte dalle odiatissime auto-blu, il simbolo della Casta, che in Italia pare siano 620mila. “Noi ne abbiamo 12, mentre la Sicilia ne ha 170”, spiega il presidente Claudio Burlando. È il simbolo, però, che conta: anche quelle dodici auto devono essere tagliate. È scritto nero su bianco nel Bollettino che riporta la Finanziaria regionale 2009: “Dal primo gennaio 2010 il rimborso forfettario mensile è decurtato del 20 per cento nel caso in cui il beneficiario abbia diritto a utilizzare usualmente l’automobile di rappresentanza o di servizio, salvo dichiarazione di rinuncia”. La norma modifica la legge 3 del 1987 sul trattamento economico dei consiglieri regionali.
Un bel segnale: chi vuole l’auto blu se la deve pagare di tasca propria. Un’iniziativa che raccoglie il plauso unanime delle forze politiche: “Basta privilegi”. Qualcuno, però – come i cronisti di Radio Babboleo News – non dimentica quella norma e un anno dopo (il 29 dicembre 2010) va a spulciarsi il Bollettino Regionale che riporta la Finanziaria 2010, in vigore dal primo gennaio 2011. Dei tagli alle auto blu nemmeno l’ombra.

Chissà, forse la norma si presume sottintesa anche se non espressamente menzionata in quel mare magno di leggi. E invece no. Il mistero viene svelato appena dodici giorni dopo, nel Bollettino del 12 gennaio 2011. In mezzo a pagine e pagine di norme compare un avviso di rettifica: “Il comma 3 dell’articolo 4 della legge regionale 3 del 1987 e successive modifiche e integrazioni è abrogato”.
Una riga e mezzo, nessuno ci fa caso, anche l’occhio più smaliziato farebbe fatica a capire che cosa si nasconde dietro quella selva di richiami ad articoli e commi.

Ma i giornalisti di Babboleo News non si arrendono, alla fine capiscono di che cosa si tratta. Quella “rettifica”, che doveva passare inosservata, restituisce centinaia di euro al mese. Non ai cittadini, ma a presidenti e assessori. In consiglio regionale pare che fossero tutti d’accordo: unanimi nel cancellare la norma anti-auto blu che appena un anno fa – anche stavolta unanimi – avevano sostenuto.
Insomma, per dirla con parole semplici: addio alla decurtazione dell’indennità per chi usa l’auto blu. Si torna ai vecchi sani principi: paga la Regione.

Una novità di cui quasi nessuno si era accorto, tranne le manine che l’hanno fatta inserire nella Finanziaria (guarda caso in una postilla contenuta in un supplemento). Ma adesso trovare l’autore è un’impresa. Non se n’era accorto, pare, perfino qualcuno dei beneficiari. Come lo stesso presidente Burlando, che appena informato della buccia di banana messa sul suo cammino sarebbe andato su tutte le furie: “Siamo i più morigerati d’Italia. Ci siamo ridotti gli stipendi prima che lo chiedesse Tremonti”, assicura Burlando. E le auto blu? “Appena ho saputo dell’emendamento ho chiesto ai miei assessori che usano l’auto nel tragitto casa-ufficio di restituire il denaro già percepito e di scrivere una lettera per rinunciare al privilegio”. Insomma, i soldi per adesso tornano nelle casse pubbliche. E non sono spiccioli: quelle due righe avrebbero fatto risparmiare a ogni assessore 800 euro al mese. Sessantamila euro l’anno per tutta la Giunta. Ma la norma anti-auto blu non esiste più. E scadute le lettere di rinuncia ai benefici… sarà tutto come prima.

Da Il Fatto Quotidiano del 29 marzo 2011




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