Libia, Si dell'Onu a interventi militari: Francia pronta ad "attacchi immediati"


Gli annunci di Gheddafi hanno avuto seguito. E nella notte i caccia dell’aeronautica libica hanno attaccato Bengasi, la roccaforte dei ribelli. Nelle stesse ore a New York il consiglio di sicurezza dell’Onu ha dato il via libera alla no fly zone. Poche ore prima la Francia aveva fatto sapere di attendere solo la risoluzione delle Nazioni unite per “operazioni mirate” contro le roccaforti del dittatore. E la Gran Bretagna si è accodata. La situazione libica, dopo settimane di rivolta, repressione e guerriglia, sembra sul punto di precipitare di nuovo. L’Italia è pronta a fornire le basi. Ecco la cronaca ora per ora.

8.10 – Il figlio di Gheddafi: “Non abbiamo paura”

La Libia non ha paura. Lo hadetto Seif al-Islam, figlio del leader libico Muammar Gheddafi a proposito della risoluzione sulla no fly zone approvata ieri dal Consiglio di Sicurezza dell’Onu.

8.04 – Francia: “Pronti ad attacchi in tempi rapidi, nelle prossime ore”

Gli attacchi contro le truppe di Gheddafi avverranno “in tempi rapidi” e la Francia vi prenderà parte. Lo ha detto a Parigi il portavoce del governo, Francois Baroin. Il portavoce ha confermato che Parigi prenderà parte all’intervento militare in Libia dopo l’approvazione della risoluzione all’Onu. L’intervento è previsto in “tempi rapidi”, ha precisato il portavoce del governo, “nelle prossime ore”. La stessa fonte ha sottolineato che “l’intervento militare non sarà un’occupazione del territorio libico, ma un dispositivo di natura militare per proteggere la popolazione libica e aiutarla a realizzare la sua aspirazione di libertà”.

7.44 – Ue: bene la decisione dell’Onu, pronti a sostenerla

L’Unione europea sostiene la decisione delle Nazioni Unite, che la notte scorsa ha approvato la risoluzione 1973 sul blocco dello spazio aereo in Libia e il via libera a tutte le misure necessarie per la difesa della popolazione civile. In una nota congiunta del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy e dell’alto rappresentante per la politica estera dell’Unione, Catherine Ashton, si sottolinea il ruolo importante della Lega araba e degli altri partner arabi, e la necessita’ di “continuare a coordinarci strettamente con le Nazioni Unite, la Lega araba, l’Unione africana e gli altri partner internazionali si come contribuire al megio e nel piu’ breve tempo possibile alla messa in pratica delle decisioni del Consiglio di sicurezza. Ashton e Van Rompuy sottolineano che la risoluzione 1973 costituisce “una chiara base legale perche’ i membri della comunita’ internazionale proteggano la popolazione civile”. L’Unione europea, si legge ancora “e’ pronta a mettere in pratica questa risoluzione nell’ambito del suo mandato e delle sue competenze”: il vertice del 24 e 25 marzo fra i leader dei 27 e il consiglio degli Affari esteri di lunedi’ prossimo “discuteranno sulla situazione in Libia e adotteranno le necessarie decisioni al riguardo”.

2.55 – Obama, Sarkozy, Cameron, già al lavoro per trovare strategia comune

Alla luce dell’approvazione daparte del Consiglio di Sicurezza dell’Onu della risoluzione 1973 che autorizza l’applicazione di una no fly zone sulla Libia, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiamato nella notte il presidente francese, Nicholas Sarkozy, e il premier britannico, David Cameron, per coordinare una strategia comune. Lo ha reso noto la Casa Bianca.

1.40 – Astensione della Germania dovuta a “rischi”

Il ministro degli esteri tedesco Guido Westerwelle ha detto che la Germania si è astenuta sul voto all’Onu sulla Libia per i “considerevoli pericoli e i rischi” comportati da un un intervento militare contro Muammar Gheddafi.

0.55 – Cnn: “Gheddafi cambia strategia e non attacca più Bengasi”

“Saif ha detto – spiega Nic Robertson, corrispondente da Tripoli per la Cnn – che la strategia su Bengasi cambierà e che l’esercito non sarà più inviato nella capitale della Cirenaica, ma che si limiterà a mantenere le posizioni nei dintorni. Il motivo – aggiunge il corrispondente dell’emittente televisiva – è che il regime si aspetta un esodo umanitario, che la gente impaurita per quello che può accadere lascerà la città e che l’esercito interverrà per aiutarli ad andare via”.

0.50 – Libia, viceministro esteri: “Pronti a cessate il fuoco”

Il vice-ministro degli esteri libico Khaled Kaaim ha detto in una conferenza stampa a Tripoli che il suo governo e’ pronto a osservare un cessate il fuoco ma che resta in attesa di dettagli tecnici dopo la risoluzione approvata dal Consiglio di sicurezza del’Onu.

0.45 – Anche Napolitano partecipa al vertice del governo

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano si e’ unito al vertice informale convocato dal premier Silvio Berlusconi con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta ed è stato informato degli ultimi eventi relativi alla Libia dal premier. L’incontro, riferiscono fonti governative, è stato informale e si è tenuto in una sala del teatro dell’opera al termine della rappresentazione del Nabucco per i 150 anni dell’unita’ d’Italia.

0.29 – Libia: “Risoluzione Onu è minaccia alla nostra unità”

A meno di un’ora dalla sua approvazione, il governo libico ha stasera denunciato come una ’minaccia’ alla sua unita’ la risoluzione sulla No Fly Zone approvata ieri sera dal Consiglio di sicurezza dell’Onu.

0.09 – Vertice Berlusconi, Letta, La Russa ed esponenti forze armate

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi si è riunito con il ministro della Difesa Ignazio La Russa e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta per discutere sulla situazione in Libia alla luce della risoluzione Onu sulla ’No fly zone’. E’ quanto si apprende in ambienti governativi. All’incontro partecipano alcuni alti gradi delle forze armate.

0.00 – Portavoce delegazione italiana Nato: “Analizzeremo risoluzione Onu”

“La risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu andrà esaminata attentamente”. Lo ha detto il col. Massimo Panizzi, portavoce della delegazione militare italiana presso la Nato, intervistato da Sky Tg24. “La Nato agirà su un mandato chiarissimo e con il supporto regionale” ha aggiunto Panizzi, ricordando che l’Alleanza Atlantica sta seguendo con grande attenzione la situazione in Libia sin dalla prima risoluzione 1970 dell’Onu.  ”Ora la Nato – ha concluso Panizzi – esaminerà questa risoluzione ed esaminera’ se ci sono i presupposti per agire”.

23.51 – Festa in piazza a Bengasi per risoluzione Onu

Dalla folla di migliaia di persone in festa mostrata da Al Jazira si sono levati anche tiri d’arma da fuoco, sparati in segno di gioia. Si vedono anche molte bandiere della monarchia, diventata il vessillo della Rivoluzione del 17 febbraio.

23.35 – Consiglio di sicurezza Onu, sì a no fly zone

“Autorizzati tutti i mezzi per proteggere i civili”. La risoluzione che autorizza la ’No fly zone’ sulla Libia e ulteriori misure per proteggere la popolazione civile (la numero 1973) è stata approvata con il voto favorevole di 10 Paesi: Francia, Gran Bretagna, Usa, Bosnia, Gabon, Nigeria, Sudafrica, Portogallo, Colombia e Libano. Si sono astenute Russia, Cina, Germania, Brasile e India.

23.15 – Forti esplosioni a Bengasi, contraerea in azione

Forti esplosioni sono state udite nella citta’ libica di Bangasi, seguiti dai tiri della contraerea. Le esplosioni a Bengasi, hanno constatato fonti giornalistiche sul posto, sono state tre, poco dopo la mezzanotte locale (le 23:00 italiane). La loro causa, dicono le fonti, non sono ancora note. I tiri della contraerea dei ribelli sono partiti dallo stesso settore della citta, sulla quale Muammar Gheddafi ha annunciato un’imminente offensiva per questa notte.

22.55 – Appello degli insorti: “I ribelli accorrano per difendere Bengasi”

Il comando degli insorti libici a Bengasi ha lanciato un appello da Radio Bengasi ai ribelli e ai riservisti perche’ raggiungano le loro postazioni d’artiglieria e di antiaerea per difendere la citta’ dall’offensiva finale annunciata dal rais Muammar Gheddafi.  ”Lo stato maggiore dell’esercito libero libico fa appello ai riservisti perché raggiungano il più presto possibile le loro postazioni d’artiglieria e di lanciamissili”, dice il comunicato, trasmesso dalla radio della Rivoluzione del 17 febbraio.

22.15 – Bbc: probabili azioni militari inglesi entro venerdì

Le forze britanniche potrebbero entrare in azione ’entro venerdi’ se il Consiglio di sicurezza dell’Onu approvera’ la risoluzione che autorizza l’imposizione sulla Libia di una ’non fly zone’. Lo riferisce sul suo sito web la Bbc, citando fonti governative a Londra. Le discussioni in seno al Consiglio stanno andando avanti e, stando alle fonti della Bbc, non e’ escluso che si protraggano. La risoluzione dovrebbe comunque essere approvata nel giro di pochi giorni.

21.30 – Tripoli: “Attacchi immorali anche con il sì dell’Onu

Per la Libia qualsiasi attacco militare anche con l’imprimatur delle Nazioni Unite sarebbe “illegale ed immorale”. Lo ha dichiarato il portavoce del governo di Tripoli, Mussa Ibrahim, secondo cui Tripoli si trova ad affrontare “una rivolta armata”, che, “ogni Paese avrebbe combattuto. Loro (i Quindici membri del Consiglio di Sicurezza Onu ) stano basando le loro decisione su quanto riferito dai media”. Per Ibrahim un attacco contro la Libia “non dovrebbe verificarsi”, perche’, “non danneggerebbe il popolo libico e rafforzerebbe solo i nostri oppositori interni”.

21.00 – Gheddafi minaccia Bengasi. Francia pronta ad “azioni mirate”

“Stiamo arrivando a Bengasi, arriviamo questa sera e non avremo pietà”. Muammar Gheddafi e’ apparso in tv per lanciare la sua minaccia agli insorti della Cirenaica, a poche ore dalla possibile decisione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu di un intervento per proteggere i civili “con tutti i mezzi”, con la Francia pronta a colpire non appena ottenuto il via libera. Rivolgendosi direttamente agli abitanti della roccaforte della ’Rivoluzione del 17 febbraio’ (che oggi ha celebrato in sordina la ricorrenza di un mese), il colonnello ha assicurato che ’le persone disarmate non hanno niente da temere ma ogni casa sara’ perquisita’, chiedendo ai suoi di non inseguire i ribelli che depongono le armi e fuggono.

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