Crocifisso: Strasburgo assolve l’Italia


Strasburgo ha dato ragione all'Italia. La Corte europea per i diritti dell'uomo ha emesso oggi l'attesa sentenza in merito all'accusa, mossa nei confronti del nostro Paese, di violazione dei diritti umani rispetto all'esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche.
Il risultato finale, quindi, ha disposto l'assoluzione dell'Italia, con quindici voti favorevoli e solo due contrari. I giudici hanno dunque accolto la tesi difensiva, secondo la quale non sussistono elementi che provino l'influenza sugli alunni dell'esposizione dell'icona religiosa in questione.

Con il pronunciamento odierno, Strasburgo ha chiuso il fascicolo inerente il caso "Lautsi contro Italia". Il 27 luglio 2006, infatti, era stata Sonia Lautsi, cittadina italiana di origini finlandesi, a presentare il ricorso alla Corte europea, lamentandosi per la presenza del crocifisso nelle aule dell'istituto frequentato dai figli. In breve, Lautsi sosteneva che la presenza dell'immagine del Cristo andasse a ledere la libertà di pensiero e il diritto ad una educazione conforme al credo religioso dei genitori degli alunni.

Nonostante l'impegno diretto del governo, in primis del ministro degli Esteri Franco Frattini, la prima sentenza del novembre 2009 aveva dato ragione proprio a Lautsi, riscontrando «la violazione, da parte dell'Italia, di norme fondamentali sulla libertà di pensiero, convinzione e religione». L'esecutivo, a quel punto, aveva chiesto il rinvio Grande Chambre della Corte, pronunciatasi oggi, ritenendo la prima sentenza lesiva della libertà religiosa collettiva dello Stato italiano.

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