Attacco alla Libia: le reazioni dei politici italiani



Attacco alla Libia. Le reazioni politiche in Italia

Il governo sta monitorando  istante per istante la situazione libica. Il premier Silvio Berlusconi ha ribadito quale sia la posizione ufficiale assunta dal suo esecutivo sul potere di Gheddafi. «Tutta la comunità internazionale pensa che sia difficile che un regime, durato 41 anni, possa continuare dopo quello che è accaduto» ha dichiarato oggi. «Per quanto riguarda il momento» in cui l'Italia potrebbe partecipare direttamente alle operazioni militari «noi abbiamo ancora la speranza, visto questo schieramento globale, non solo dell'occidente ma anche del mondo arabo, che ci possa essere un ripensamento da parte del regime libico». Si tratta, ha aggiunto, di una soluzione che il premier auspica sia giudicata di propria «convenienza dallo stesso regime» che così può porre fine alle sue azioni contro i civili.


Berlusconi: "Nessun pericolo per il territorio italiano"«Vorrei tranquillizzare i nostri concittadini: le nostre forze armate ieri hanno fatto un esame approfondito della disponibilità di armi e di missili del regime libico, e la loro conclusione certa è che non ci sono in questo momento armi in dotazione della Libia che possano raggiungere il territorio italiano». Lo ha detto il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi in una conferenza stampa all'ambasciata d'Italia a Parigi al termine del vertice.
Berlusconi: "L'Italia mette a disposizione solo le basi"
«L'Italia, per il momento, mette a disposizione le basi e, attraverso la nostra partecipazione al coordinamento delle operazioni, potrà essere richiesta di una partecipazione con i suoi mezzi» e «noi abbiamo anticipato che potrebbe essere possibile tale partecipazione». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, nel corso di una conferenza stampa tenuta al termine del vertice di Parigi. Il coordinamento, su proposta italiana, ha aggiunto il premier, «sarà effettuato probabilmente nella base Nato di Napoli».
Napolitano compiaciuto per l'esito del vertice di Parigi
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stato informato telefonicamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, Silvio Berlusconi, dell'andamento e dell'esito della riunione di Parigi. Secondo quanto riferisce un comunicato del Quirinale, il capo dello Stato si è compiaciuto dell'importante intesa raggiunta, per il contributo dato e per l'impegno assunto dall'Italia.
Casini: "Intervento tardivo. Dissociazione Lega intollerabile"
Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, sulla Libia critica pesantemente il governo, che definisce «irresponsabile», e bolla la decisione della Lega in commissione parlamentare di non partecipare al voto sulla risoluzione Onu come «intollerabile». «Gheddafi è un criminale di guerra - ha detto a Cernobbio - ma in Italia, purtroppo, c'è un'opposizione responsabile e un governo da irresponsabili. La dissociazione della Lega è semplicemente intollerabile» (Umberto Bossi ha dichiarato ieri che la Lega è più vicina alle posizioni caute della Germania, che non a quelle interventiste di Francia o Gran Bretagna). «Non potrebbe avvenire in nessun paese serio - ha aggiunto - che la principale forza di governo assieme al Pdl possa dissociarsi in questo modo e noi siamo molto preoccupati perchè, davanti alla prova di responsabilità dell'opposizione, c'è una maggioranza che si comporta da irresponsabile». La sua conclusione è che «il presidente del Consiglio non può far finta per l'ennesima volta di non vedere quello che sta capitando perchè senno siamo un Paese di buffoni».
Bersani: "Libia, questione seria"
La questione della Libia è «una cosa seria» e non deve diventare un tema come quello «della Nazionale italiana di calcio, in cui ognuno fa lo stratega»: questo è l'invito che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha rivolto al Governo. «Lo dico in modo preventivo avendo già avuto qualche esperienza: non mettiamoci nelle condizioni - ha detto - per cui si pensi di essere davanti ad un tema come la Nazionale di calcio, in cui ognuno fa lo stratega. Questa è una cosa seria, la conduciamo seriamente da paese serio. Questo è l'invito che faccio al Governo». È nelle Commissioni parlamentari, nelle «sedi giuste» che si deve interpretare «la decisione del Consiglio di sicurezza dell'Onu - ha concluso - per evitare che in quel paese continuino le stragi dei civili e venga soffocato il movimento democratico».
Napolitano: "Un impegno duro ma per la pace"
«È un impegno che può apparire duro ma è un impegno per la pace, è un impegno per la solidarietà, è un impegno per i diritti dei popoli, per le libertà dei popoli». Lo ha detto il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano intervenendo poco fa al Sermig, l'arsenale della pace di Torino. «La pace è un obbiettivo difficile -ha detto il Capo dello Stato- In Europa l'abbiamo costruita e consolidata ma non così il resto del mondo. Oggi servire la pace significa anche trovare il modo di andare incontro a popolazioni perseguitate, andare a portare aiuto non rimanendo indifferenti alle sofferenze e alle repressioni e sappiamo di cosa parlo».
Pd: "Importante il risultato raggiunto a Parigi"
«Il Partito democratico apprezza il risultato del vertice di Parigi di oggi, che segna un punto di condivisione importante nel metodo e nel merito fra Europa e mondo arabo e crea un precedente importante per la gestione delle crisi, che andrà coltivato anche nel futuro». Lo dichiara Lapo Pistelli, responsabile del Pd per le relazioni internazionali. «Come democratici, ieri -aggiunge- non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno ad una decisione importante e difficile per la vita e la politica estera del nostro Paese. È un sostegno che siamo pronti a ripetere in Aula la prossima settimana, in attesa di sentire dal Governo indicazioni più precise sull'impegno delle nostre forze armate e in attesa di vedere se il Governo sarà in grado di tenere tutta la maggioranza sulla medesima posizione». «La partecipazione dell'Italia ad azioni coerenti con il mandato delle Nazioni Unite -prosegue- deve essere piena e paritaria con gli altri partner internazionali, sia perchè il futuro della Libia e del suo popolo è un interesse nazionale prioritario, sia perchè occorre correggere l'incertezza e i pasticci e i ritardi dei primi giorni della crisi. E infine perchè -concludeà- occorre reinserirsi pienamente nel cuore delle scelte europee dopo anni nei quali a causa della politica seguita dal governo ci siamo ritrovati purtroppo ai margini delle decisioni che dovrebbero coinvolgere paritariamente i principali paesi europei».
La Lega come Rifondazione comunista, ma Berlusconi se ne scorda
Scrivono giustamente Maria Teresa Meli e Gianna Fregonara sul blog del "Corriere della sera": "Alzi la mano chi ricorda che cosa diceva Silvio Berlusconi sulla maggioranza di centrosinistra quando Rifondazione Comunista non voleva appoggiare le missioni all'estero. Peccato che ora che la Lega segue l'esempio del Prc il premier abbia dimenticato le parole di allora"

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