"Caccia allo sbirro", il sito internet contro le forze dell'ordine

Il procuratore di Bologna li definì “fatti di una gravità straordinaria”, spiegando che “è evidente il contenuto intimidatorio e cercare di porvi dei correttivi è il nostro compito fondamentale”. Ma dopo l’oscuramento le immagini sono ancora sulla rete.
Sul sito “Nuovo Pci” si legge un appello per “cacciare gli infiltrati, gli spioni e i collaboratori della polizia politica e delle agenzie private. Impediamo che questi personaggi servi degli sfruttatori, degli assassini, dei massacratori delle masse popolari in Iraq, in Afghanistan, in Libano, in Palestina, torturatori di Guantanamo e di Abu Ghraib, picchiatori degli operai, facciano il loro sporco mestiere. Rendiamo il loro mestiere sempre più difficile e sempre meno allettante arruolarsi in queste bande per coloro che ancora non sono stati assoldati dalla borghesia imperialista”.
Il 22 dicembre, intanto, si svolgerà l’udienza preliminare al Tribunale di Bologna per i quattro indagati nell’inchiesta della pm Morena Plazzi. I tre uomini e una donna, residenti a Milano e Napoli, sono indagati per istigazione a delinquere, calunnia e violazione della privacy. Secondo gli inquirenti orbiterebbero nell’area dei Comitati d’appoggio alla resistenza per il comunismo. E proprio alcuni giorni fa è comparso un appello che esorta a proseguire l’attività di schedatura dei poliziotti, invitando “i compagni perseguiti di comportarsi con onore negando ogni collaborazione con i magistrati e poliziotti della Repubblica Pontificia”.“10, 100, 1000 Caccia allo sbirro” si legge sul sito. E basta seguire i link nella pagina web per arrivare al blog che contiene le numerose fotografie dei poliziotti. L’invito è quello di “contribuire ed arricchire il sito”, inviando nuove foto e i dati corrispondenti. Vengono indicate diverse città e le foto degli agenti, con la richiesta del nome, cognome, grado, zona operativa ed abitazione.
Un’iniziativa forte, al limite dell’eversione.
L’udienza preliminare, intanto, si svolgerà a breve, ma il sito con le foto continua ad essere accessibile in rete, nonostante l’iniziale oscuramento. Con un semplice click è infatti possibile guardare tutte le immagini degli agenti. Mettendo in pericolo la loro incolumità.
Condividi su Facebook Sul sito “Nuovo Pci” si legge un appello per “cacciare gli infiltrati, gli spioni e i collaboratori della polizia politica e delle agenzie private. Impediamo che questi personaggi servi degli sfruttatori, degli assassini, dei massacratori delle masse popolari in Iraq, in Afghanistan, in Libano, in Palestina, torturatori di Guantanamo e di Abu Ghraib, picchiatori degli operai, facciano il loro sporco mestiere. Rendiamo il loro mestiere sempre più difficile e sempre meno allettante arruolarsi in queste bande per coloro che ancora non sono stati assoldati dalla borghesia imperialista”.
Il 22 dicembre, intanto, si svolgerà l’udienza preliminare al Tribunale di Bologna per i quattro indagati nell’inchiesta della pm Morena Plazzi. I tre uomini e una donna, residenti a Milano e Napoli, sono indagati per istigazione a delinquere, calunnia e violazione della privacy. Secondo gli inquirenti orbiterebbero nell’area dei Comitati d’appoggio alla resistenza per il comunismo. E proprio alcuni giorni fa è comparso un appello che esorta a proseguire l’attività di schedatura dei poliziotti, invitando “i compagni perseguiti di comportarsi con onore negando ogni collaborazione con i magistrati e poliziotti della Repubblica Pontificia”.“10, 100, 1000 Caccia allo sbirro” si legge sul sito. E basta seguire i link nella pagina web per arrivare al blog che contiene le numerose fotografie dei poliziotti. L’invito è quello di “contribuire ed arricchire il sito”, inviando nuove foto e i dati corrispondenti. Vengono indicate diverse città e le foto degli agenti, con la richiesta del nome, cognome, grado, zona operativa ed abitazione.
Un’iniziativa forte, al limite dell’eversione.
L’udienza preliminare, intanto, si svolgerà a breve, ma il sito con le foto continua ad essere accessibile in rete, nonostante l’iniziale oscuramento. Con un semplice click è infatti possibile guardare tutte le immagini degli agenti. Mettendo in pericolo la loro incolumità.
Commenti