Uganda, ucciso attivista gay. Aveva denunciato giornale omofobo


KAMPALA - Il più importante attivista ugandese per i diritti dei gay è stato ucciso a Kampala. Il suo nome e la sua foto erano apparse lo scorso ottobre accanto a quelle di altri 100 omosessuali su una sorta di lista nera messa a punto da un quotidiano omofobo, il Rolling Stone. David Kato, 43 anni, è stato ucciso "verso le 13", ha riferito il suo avvocato John Francis Onyango. Un uomo sarebbe entrato nella sua abitazione e lo avrebbe colpito alla testa.

Kato, ha spiegato Human Rights Watch, è morto mentre veniva trasferito in ospedale. L'organizzazione per il rispetto dei diritti umani ha chiesto al governo ugandese di avviare "un'inchiesta imparziale e urgente sull'omicidio" di colui che si guadagnò l'odio omofobo anche per essersi opposto al progetto di legge che prevede la pena di morte per il reato di "omosessualità aggravata", un testo definito "odioso" da Barack Obama. Già oggi l'omosessualità è punibile con sette anni di prigione, e le carceri ugandesi non sembrano rassicurare sul rispetto dei diritti fondamentali del detenuto.

David Kato era stato ospite a Roma lo scorso novembre ai lavori del IV Congresso dell'associazione radicale Certi Diritti dove aveva raccontato delle persecuzioni e di veri e propri linciaggi di cui sono vittime le persone lesbiche
e gay in Uganda. Molte Ong internazionali si erano mobilitate in diversi paesi del mondo contro questa barbarie. Durante le udienze in Tribunale era protetto da volontari delle ong internazionali che seguivano il processo e difeso da diplomatici di ambasciate occidentali che lo avevano salvato da diversi tentativi di linciaggio perchè riconosciuto dalla folla inferocita Il Parlamento Europeo, grazie alla campagna internazionale di Non c'è Pace Senza Giustizia, aveva approvato una Risoluzione di condanna nei confronti dell'Uganda e Kato era stato anche audito dalla Sottocommissione Diritti Umani di Strasburgo.

L'attivista aveva avviato una iniziativa legale contro la rivista Rolling Stone e lo scorso 7 gennaio l'Alta Corte ugandese aveva condannato la rivista per violazione della legge sulla privacy, difendendo le persone gay perseguitate. L'Alta Corte aveva dichiarato che nessuna delle persone la cui foto era stata pubblicata aveva commesso reati, previsti dal codice penale ugandese per le persone omosessuali.

Gli Stati Uniti hanno espresso "shock ed orrore" per l'omicidio: "Siamo inorriditi e rattristati", ha commentato Johnnie Carson, il sottosegretario di Stato agli affari africani. Condanna anche dal Parlamento Europeo, e in Italia da parte delle associazioni per i diritti dei gay. Questa sera l'ong radicale Non c'è pace senza giustizia ha convocato una veglia a Bruxelles, domani iniziative a Roma e a Milano, con fiaccolata alle 17,30 da piazza Duomo fino al consolato ugandese.
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