Ruby a Kalispéra nega tutto: va in onda la difesa mediatica di Silvio

Alfonso Signorini comincia con la favola/parabola del vecchio, dell’asino e del bambino, ricordando che qualunque cosa si faccia, la gente ti criticherà comunque. La gente, Signorini non lo dice ma si capisce, è il gruppo Repubblica/L’espresso. Poi è la volta della lezione di spontaneità da Steve Jobs, e dello stacchetto di Elena Santarelli. Arriva Teo Teocoli, ma tutti aspettano il piatto forte (anche se si sono distintamente ascoltati romanisti cantare che un certo “Radu è meglio di Ruby”: chissà a cosa si riferivano).
SORPRESE PERICOLOSE – Quando Teocoli attacca Yesterday accompagnato dalla chitarra acustica, ci si immagina un popolo di casalinghe quasi con la lacrimuccia. L’apparizione diPamela Prati ci fa sempre più pensare che il colpo di scena potrebbe essere l’entrata in scena di Alvaro Vitali nei panni di Pierino – visto il pulp pseudo-boccaccesco che ha preso la piega della storia – e poi in quelli di un vecchio premier sporcaccione, tanto per aggiornare le già numerose maschere da commedia che il nostro popolo ha dovuto inventarsi per sopravvivere. Con le tre ragazze che ballano, Pamela sembra una zia. Toccherà anche vederla ballare, prima di vedere “Ruby Rubacuori, la protagonista dell’inchiesta che sta dando scandalo”, dice Signorini tanto neutro da sembrare uno della Cnn, per una volta. D’altronde, è l’occasione di una vita. E lui è un grandissimo professionista, no?
CHE PAURA! – La Pampanini racconta di Alberto Sordi che l’avrebbe sposata, ma lei ha detto no. Passa la scritta in sovraimpressione: “Tra poco in esclusiva parla Ruby”, e la suspence cresce. Ma intanto, giusto per rovinare tutto l’alone di serietà di prima, arriva anche Rocco Siffredi. “Succederà la qualunque, ne suggeriranno di ogni”, è quanto aggiunge Alfonsina la pazza, come la chiamano in luoghi che lui apprezza. Eccola, finalmente. Un servizio la precede, con racconto della prima notte in Questura, la nipote di Mubarak, il primo incontro nel giorno diSan Valentino. “Abbiamo chiesto cinque milioni per fare in modo che io passi per pazza”, chiude il pezzo, che è molto più equilibrato e onesto del Tg1. Ecco Karima (vuole essere chiamata così): in poltrona, con camicetta e il trucco da tv. “Il nome di Ruby l’avevo scelto da giovane, era una ragazza protagonista di un libro, molto intelligente e ambiziosa: volevo assomigliare a lei”, dice. Ti senti più intelligente, ambiziosa o furba? “Intelligente”. Poi Karima comincia a parlare del Marocco, “paese bellissimo e con paesaggi meravigliosi, ma con una cultura a cui non mi sento di appartenere. Non mi piace la discriminazione tra uomo e donna, pensi che non potevamo andare a nuotare, mentre i maschi sì”. Non vivevi con il papà? “No, con mia nonna. Mia madre faceva la cuoca, lavorava fuori città”.
PLOT E COPIONE
Ruby racconta la sua storia davvero bene, con una narrazione perfetta e molto accurata. Accenna al suo arrivo in Italia, alla Fiat a Torino. Poi il padre ha avuto un incidente in macchina, si è rotto la rotula del ginocchio. “Dicevano che ero io che portavo jella in famiglia”, dice. Il padre torna in Calabria, dove erano arrivati all’inizio, e vende tappeti. Ricordi gesti affettuosi? Li ricorda. Racconta poi la violenza subita da due zii quando aveva nove anni, e la madre che la costringe a star zitta perché altrimenti il padre si sarebbe arrabbiato per la perdita della verginità, fino ad ammazzarla. Parla del fatto che l’ha raccontato al suo attuale fidanzato, e si commuove. Intanto racconta della sua vita parallela, un’esistenza diversa da quello che succede davvero (“Ruby, fai la pazza…”, viene da pensarlo). I castelli di fantasia sembrano proprio messi lì per giustificare qualche frase di troppo detta al telefono.
CHANGE OF SEASONRacconta del cambio di religione, del padre che reagisce rovesciandogli l’olio bollente addosso, quando aveva 12 anni. La ragazza vuole andare a scuola per forza, il padre la picchia, la madre è una tipica donna ignorante araba (dice testualmente). Lei se ne va di casa, cacciata, ma l’italiano non lo conosce bene. Fa una cavolata, dice: “Mi sono trovata in un bar, avevo preso una borsa, con una macchina fotografica con cellulari e 250 euro”: prende i documenti, sotterra la borsa e comincia a fingersi una ragazza di 19 anni (che piccola criminale, eh?). Tu sembravi più grande della tua età?, suggerisce Signorini. “Sì”, risponde lei, e sappiamo quanto è importante il particolare. Confessa altri reati, la Ruby, racconta una vita parallela per spiegare il fatto che non avesse la famiglia: ha 18 anni, è lì a studiare, dice di essere egiziana (da qui l’equivoco?, sembra suggerire la cronaca). Pubblicità, sul più bello. E nella pausa si riflette su questa storia di Oliver Twist riportata ai tempi moderni e adattata alle esigenze televisive: come può essere simile alla fiction, la vita, no?
LA FANTASIA E IL POTERE
La ballerina professionista sul cubo, il troione di prima categoria che va a mettersi in mutande per ballare, mai fatto la prostituta, ci ho provato ma “Buttana ci si nasce, non ci si diventa”, le diceva la madre. Ruby è davvero autentica e convincente, in questa storia che è talmente triste da sembrargli cucita addosso. Racconta dei mille euro che gli regala un ragazzo con cui doveva prostituirsi. Poi parla di Berlusconi: lo conosce il 14 febbraio, giorno diSan Valentino, era single, si è vestita con un tailleur grigio per una cena a cui viene invitata, la novella Cenerentola, e rimane molto sorpresa. L’incontro con il presidente: “Piacere Ruby, ho 24 anni e sono in difficoltà”. Piccolo particolare: fino a poco prima raccontava di un incontro ‘combinato’ con presenza pagata a gettone, ora diventa una cena conviviale. Nella quale non gli dice di essere la nipote di Mubarak, lei non l’ha mai detto a lui: è un particolare importante, perché non aggrava la posizione giudiziaria di Ruby. E pazienza se non si saprà mai com’è uscita. “Berlusconi è ospitale, simpatico, ti mette a tuo agio, c’era la cena tricolore, Apicella che suona, le barzellette: c’erano ragazze ed Emilio Fede”. Gli regala 7mila euro, il brav’uomo. Qui Signorinila inchioda: e i 5-6 milioni di euro che dicevi di volergli chiedere? Ruby risponde: non ho visto le intercettazioni, vorrei essere sentita dai Pm. Insomma, non risponde. Non sa nemmeno se questa frase l’ha detta.
NON OFFENDETELA SU FACEBOOK
Gli insulti via Facebook invece sono un argomento che la appassiona di più. Ma Signorini ritorna: non saranno frutto dell’esistenza parallela di cui parliamo? Può essere ma non sono certa, risponde lei. Che smentisce le tante giornate ad Arcore che le contestano i pubblici ministeri, vuole risentire le intercettazioni e dice che bisogna accertarsi anche sui pm… Davvero perfetta. Ruby lo ripete: “Lui non m’ha toccato con un dito, l’unico che l’ha fatto: di lui posso parlare solo bene. E il mondo dello spettacolo non mi interessa”. Intanto viene chiamato il fidanzato e arriva. E Signorini gli dedica Sansone e Dalida. Sipario.


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