Pane e speculazione


La nuova crisi dei prezzi alimentari, secondo la Fao ancor più grave di quella del 2007/2008, rischia di scatenaresommosse popolari carestie come accadde tre anni fa. In Tunisia e Algeria, l'impennata dei prezzi di farina, zucchero e altri generi alimentari - sommata alla crescente disoccupazione - ha innescato rivolte che hanno già causato decine di morti. Oggi sappiamo che queste crisi non sono naturali, ma frutto di cinichespeculazioni finanziarie e manovre commerciali.
Gli incendi in Russia, le inondazioni in Australia e la siccità in Argentina vengono ufficialmente indicati come cause della crisi: raccolti distrutti, crollo dell'offerta, boom dei prezzi. Ma le numerose indagini seguite alla crisi di tre anni fa hanno dimostrato che i fattori naturali sono solo pretesti usati per giustificare agli occhi dell'opinione pubblica fenomeni del tutto artificiali.
Nell'estate 2009 il 'Rapporto Levin-Coburn' della sottocommissione permanente d'indagine del Senato americano dimostrò, dopo un anno di studi, che il rialzo dei prezzi alimentari non aveva avuto nulla a che vedere con la scarsità delle scorte alimentari provocate da fattori naturali né con problemi nella catena dei rifornimenti: la causa andava ricercata in spregiudicate manovre finanziarie speculative.

Un anno dopo, nell'estate 2010, la prestigiosa rivista americana Harper's pubblicò un'approfondita inchiesta intitolata 'La bolla alimentare: come Wall Street ha affamato milioni di persone e l'ha fatta franca', nella quale venivano descritti nel dettaglio i fondi d'investimento speculativi messi appunto dai trader della Goldman Sachs assieme agli strateghi di multinazionali agroalimentari Usa come Cargill e ConAgra: miliardi di dollari di profitti al prezzo di carestie e rivolte.
Ulteriori inchieste, studi e documenti, hanno infatti rivelato che la crisi mondiale dei prezzi alimentari del 2007/2008 non fu solo frutto di speculazione finanziaria, ma anche di strategie commerciali volte a promuovere il business Usa degli Ogm nei paesi in via di sviluppo. Dopo la crisi, le corporation americane del settore fecero enormi profitti vendendo le loro sementi geneticamente modificate come soluzione al problema della sicurezza alimentare.
Una strategia portata avanti con il sostegno del governo di Washington, grazie all'intermediazione delle potenti lobby dell'industria agroalimentare americana. Un cablogramma di WikiLeaks rivela le pressioni del Dipartimento di Stato Usa sui governi africani affinché ''accettino l'importazione di cibo geneticamente modificato e la propagazione di coltivazioni geneticamente modificate''.
Le 'rivolte del pane' in Tunisia e Algeria sono ''l'effetto di una speculazione globale sui prezzi dei prodotti alimentari'', ha dichiarato lunedì alla stampa il ministro degli Esteri italiano,Franco Frattini. In queste parole c'è sicuramente la volontà del governo Berlusconi di sollevare dalle loro responsabilità - innegabili - i regimi 'amici' di Tunisi e Algeri, ma - visti i precedenti degli anni passati - forse c'è anche qualcosa di vero.

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