Oggi voglio ricordare un grande uomo: Pio La Torre.


Pio La Torre era un sindacalista, esponente del Partito Comunista. Ma niente a che vedere con i poltronari in cachemire e barca a vela di oggi. Pio La Torre stava dalla parte della gente, ha lottato e dedicato la vita alle giuste cause ed è stato ucciso dalla mafia per le lotte che portava avanti, sapeva di essere nel "loro mirino" ma è andato avanti e non si è fermato, gli uomini come lui non devono morire mai, devono rimanere per sempre nei nostri cuori.


Se la gente di sinistra deve ricordare qualcuno, anzichè scrivere "Carlo vive" sui muri, ricordi questo grande uomo, un grande, un mito.
Io oggi voglio ricordarlo, pubblicando la sua biografia. PIO VIVE.


Antonio B.

Pio La Torre era un uomo, un sindacalista, un politico autentico, di quelli che ti lasciano il segno: interpretava realmente il bisogno di giustizia, legalità e sviluppo della Sicilia e dei siciliani. Aveva la grande capacità di mettere insieme le forze migliori della società e di organizzarle per il raggiungimento del bene comune, a partire dai problemi concreti.

Ricordo ancora quando ci venne a parlare del valore supremo della pace e della scelta scellerata del governo di consentire agli americani l’installazione dei missili a Comiso (Rg). Io allora facevo parte della Fuci di Palermo (Federazione universitaria cattolici italiani) e a quel tempo non era scontato che un politico comunista e un’organizzazione cattolica si parlassero. C’era una diffidenza reciproca tra le gerarchie, non certo tra noi ragazzi e lui. Pio La Torre lanciò una campagna contro l’installazione dei missili e per sensibilizzare tutti al dovere imprescindibile di garantire pace. Fu così che insieme a tanti altri giovani, cittadini, associazioni che Pio avevo messo insieme, organizzammo diverse manifestazioni, raccogliemmo le firme davanti alle parrocchie, facemmo incontri, dibattiti, convegni.

Da sindacalista, negli anni ’50 e ‘60, si battè per la redistribuzione delle terre a chi le coltivava, a quei contadini ridotti in condizioni di schiavitù dai latifondisti siciliani. E poi la battaglia per l’acqua. Nei primi decenni del dopoguerra, infatti, soltanto le grandi città e solo i quartieri più ricchi erano dotati del servizio idrico. Gli abitanti della periferia erano ancora costretti ad andare a prendere l’acqua nelle fontane, per non parlare delle campagne dove gli agricoltori facevano delle fatiche immani per irrigare i campi.

Il suo impegno sindacale e politico fu attraversato da una costante azione di contrasto alla criminalità organizzata. Già durante le lotte contadine Pio La Torre capì che per promuovere lo sviluppo della Sicilia bisognava combattere l’oppressione e il controllo che la mafia esercitava nell’economia, nella società e soprattutto nella politica. E’ grazie ad un suo disegno di legge che nel 1982 fu introdotto per la prima volta nel nostro ordinamento il reato di associazione mafiosa e la confisca dei beni. Prima di allora far parte di Cosa nostra non era reato, tanto che tutti i processi di mafia antecedenti a quella data si concludevano con l’assoluzione sistematica dei boss. Purtroppo Pio La Torre non vide mai quel disegno di legge trasformarsi in legge perchè fu trucidato dalla mafia il 30 aprile del 1982, insieme al suo amico autista Rosario Di Salvo.

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Commenti

Gianni ha detto…
Bisogna guardare altrove per la sua morte. Non voleva i missili a Comiso.
La mafia a sempre aiutato l'America.

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