Bologna, neonata morta di stenti: l'evidenza di una società marcia

Una neonata non può morire di stenti in una delle principali piazze italiane, a prescindere se i genitori sono degli extracomunitari clandestini, dei senza tetto, o in qualsiasi altra condizione.


L'indifferenza delle istituzioni, della città è costata la vita a una piccola creatura: MEDITATE SU CIO' CHE SIAMO - E DICO SIAMO - DIVENTATI. 


Di seguito, riporto il servizio di Repubblica, molto ben fatto.


n neonato di venti giorni morto molto probabilmente anche per il freddo, comunque per le sue condizioni di vita difficili, portato dalla madre e il padre in giro per il centro di Bologna a zero gradi, senza una casa sicura, bivaccando per ore in Sala Borsa. Così è morto Devid Berghi, mentre è stato salvato con un ricovero d'urgenza al Sant'Orsola il fratello gemello. E successo tra l'indifferenza in prossimità della festa dei bambini, la Befana. In centro a Bologna non si perde neanche un bambino, canta Lucio Dalla. Però ora si muore. E mentre la città s'interroga sul funzionamento dei servizi sociali la Procura, dopo l'articolo pubblicato da Repubblica, apre una inchiesta.

LA PROCURA  "Una vicenda tristissima"

L'AMMINISTRAZIONE "La madre rifiutò assistenza"

IL TESTIMONE "Il padre era sotto chock"

LE REAZIONI "Il giorno della vergogna"

Erano circa le sette e trenta del 4 gennaio, quando un'ambulanza del 118 ha raccolto il neonato febbricitante in piazza Maggiore. Non si sa chi l'abbia chiamata, quel giorno l'informazione dell'intervento non è stata data. Una famiglia che da giorni viveva allo sbando, secondo molti testimoni: la madre, sui 35 anni, italiana, il padre pure italiano, i due gemellini e un'altra bambina di un anno e mezzo. Sala Borsa era uno dei luoghi di ristoro di giorno, di notte non si sa dove la famiglia trovasse riparo, anche se formalmente risulta residente in via delle Tovaglie. L'ambulanza porta d'urgenza il piccolo al pronto soccorso del Sant'Orsola, dove i medici si accorgono subito delle sue condizioni criticissime. Devid viene ricoverato in sala rianimazione, ma è troppo tardi: non supera la crisi respiratoria e il giorno dopo, vigilia dell'Epifania, muore.

Medici e infermieri della Pediatria si fanno in quattro fin da subito saltando anche gli orari per aiutare questa famiglia che si capisce subito essere in grande difficoltà economica ed esistenziale e sembra quasi impossibile che possano aver vissuto in quelle condizioni per strada due gemelli appena nati. Vengono protetti e ricoverati l'altro gemello e la sorellina, nel timore che la morte di Devid sia stata causata da un virus contagioso. Ma i due sopravvissuti stanno bene.

Una vicenda dolorosissima, nei giorni dello shopping e delle feste natalizie, che solleva molti interrogativi. I due gemelli erano nati poco prima di Natale: la madre è stata dimessa con i due neonati. I servizi sociali si sono allertati? La famiglia sembra fosse conosciuta dalle strutture pubbliche, almeno in passato, anche per altre vicende, ma perché nessuno è intervenuto? Come è possibile che nessuno in Sala Borsa o per strada abbia notato questa donna girare con due neonati in condizioni evidentemente disagiate? Tutte domande alle quali si dovrà ora dare una risposta.



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Commenti

Anonimo ha detto…
Ragazzi sono Lisa di Bologna. La notizia di ieri ha sconcertato ancora di più il mio equilibrio! Non se ne può più! Sò che non basta esprimere un proprio parere; ma credetemi,non sò più come fare, cosa fare....Io sono stata personalmente vittima di squallidi raggiri e personaggi che dietro il loro potere hanno raggirato, manipolato a loro comodo e vantaggio! Il Servizio Sociale di Bologna ha smesso di funzionare da anni ormai! Non posso credere che: " Loro hanno dato aiuto alla Famiglia del piccolo deceduto...ma la famiglia ha sempre rifutato..." Molto fantascientifico grazie!! E se così anche fosse...Cosa sa dirmi Signora Anna Maria Cancellieri, di tutte le restanti famiglie che ha richiesta di aiuto rispondete che non sapete cosa fare?
Anonimo ha detto…
Ogni giorno se ne vedono a centinaia di clochard e vagabondi, chimiamo la polizia ogni volta ?
Anonimo ha detto…
di fronte alla morte non ci sono mai parole , ma di fronte alla morte di un bambino penso che le parole si dovrebbero trovare , VERGOGNATEVI , VERGOGNATEVI , VERGOGNATEVI, ma tanto sono solo parole perche' chi responsabile di tutto questo non gliene frega un c...o , impegnato/a alla sau poltrona o alla sua indennita' di fine anno per i risultati raggiunti, proprio dei bei risultati. VERGOGNATEVI ......e pensate che potrebbe succedere a chiunque.

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