Parentopoli leghista all’Asl di Milano in una lettera a Maroni


Il tutto nasce da una lettera fatta da un gruppo di operatori all'interno della struttura. Indice puntato contro il direttore generale Walter Locatelli, già dg dell'Asl di Lecco

Parentopoli alla Lega Nord. Una denuncia pesante che un gruppo di operatori dell’Asl di Milano hanno indirizzato direttamente al ministro dell’Interno. “Caro Maroni – si legge in una lettera spedita questa mattina – in tempi recenti ti sei espresso (noi ci facciamo gli affari degli altri) intendendo così garantire le priorità e gli interessi dei cittadini. In realtà anche la Lega si sta adeguando al clima di clientelismo che oramai impera nel nostro paese”. La lettera prosegue documentando la denuncia e mettendo sotto accusa il direttore generale dell’Asl Walter Locatelli“già ex sindaco di una maggioranza leghista a Brembate -anche lui bergamasco- di nomina leghista e lui stesso fiero di questa appartenenza”. I fatti della denuncia: “Dopo pochi mesi dal suo insediamento come direttore generale ha ritenuto di dover nominare direttore della Struttura Complessa Sistema Informativo Aziendale (incarico che sino al suo arrivo non esisteva) la Monaci Veronica proveniente dalla ASL di Lecco dove (guarda caso) era stato DG lo stesso Locatelli”.

Subito dopo sente l’obbligo di nominare Direttore del Dipartimento Sanità Pubblica Veterinari il Monaci Claudio (non avendone i titoli). “Lo stupore è stato non solo quello di scoprire che i due Monaci sono tra di loro parenti (fratello e sorella), ma soprattutto parenti strettissimi del direttore generale, e che gli incarichi affidati siano avvenuti per chiamata diretta escludendo tutte le risorse di personale già presenti all’interno della ASL Milano”. I fratelli Monaci sarebbero nipoti del Locatelli, due figli della sorella della moglie. Una vicenda che rappresenta la classica goccia che fa traboccare il vaso, tanto da fare imbestialire anche operatori di stretta fede leghista.  “Lavoriamo all’Asl da decenni – protesta uno degli autori della lettera denuncia – ma mai come ora ci sentiamo frustrati: le nostre competenze non contano nulla, per fare carriera bisogna essere parenti di chi comanda”. E la carriera significa ovviamente anche stipendi migliori. Ma quanto guadagnano i fratelli Monaci? Hanno incarichi da “primari”, quindi dai quattro ai cinquemila euro al mese. La lettera indirizzata a Maroni così continua: “Troviamo immorale questa modalità di valorizzare le competenze di parenti strettissimi sia inventando incarichi apicali sia trascurando la mancanza di titoli (se non quello della stretta parentela) per occupare la posizione. Si vocifera che il direttore generale della ASL Milano non voglia espletare, per alto senso morale, concorsi truccati per favorire i propri parenti ma preferisca la chiamata diretta”.






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Commenti

Anonimo ha detto…
Eh già, la lega è immune da tutti i mali, nella lega il clientelismo di favore non esiste, loro sono immacolati e nessuno deve permettersi di sostenere il contrario, anche l 'ndrangheta si guarda bene dall'insediarsi all'interno, loro sono furbi, un mafioso lo riconoscono da lontano, e non hanno ancora visto nessuno con la coppola e il fucile a canne mozze, la conseguenza è che non ci sono mafiosi. Si sprofonda nel ridicolo, deve essere il potere politico che dà alla testa, uno dopo l'altro se ne escono con affermazioni che offendono l'intelligenza delle persone.
Anonimo ha detto…
QUesto è vero, è successo anche in prov. di Messina che venisse nominato un primario senza avere i titoli...perchè non ne parlate di tutti questi abusi?

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