Monza: l’ordinaria storia di una famiglia buttata per strada
Questo succede oggi a Monza, bello e ricco comune della Brianza ricca e solidale. Questo accade a persone che hanno stabilito la loro residenza qui, che hanno avuto figli e speranze, che hanno perso e da poche settimane ritrovato il lavoro. L’hanno ritrovato perché sono brianzoli, e hanno imparato a lottare e ad arrangiarsi. Ma non ci si può arrangiare contro il nulla che avanza, contro le istituzioni assenti, contro chi non vuole, fortissimamente non vuole, che tu ti arrangi, che ti integri, che ce la fai. Oggi succede alla famiglia B., che fino a pochi giorni fa abitava in una bella casa in un bel quartiere residenziale, domani succede a voi. Questa storia me l’ha raccontata Maria Carmen, ed è quella dei suoi vicini di casa. Maria Carmen si è battuta e si batte per loro, ha litigato con le autorità, per loro. Li aiuta, e non certo a parole. È lei stessa a descrivere la situazione.
IL GIRO DELLE SETTE CHIESE – I miei vicini si chiamano Barnaoui. Sono tunisini,delle bravissime persone, oneste e dignitose. Purtroppo, il sig. Barnaoui ha perso il lavoro e dal mese di marzo non è stato più in grado di pagare l’affitto (750 euro comprese le spese). Il proprietario non ha voluto andargli incontro con una riduzione dell’affitto e non ha accettato neppure i 2000 euro che a settembre il sig. Barnaoui gli ha inviato con vaglia postale. Il motivo lo abbiamo capito alla fine del mese di settembre, quando è stato notificato lo sfratto per il giorno 27 ottobre. In tutti questi mesi i sig.ri Barnaoui si sono rivolti al Comune, alla Caritas, alla San Vincenzo, ma nessuno li ha aiutati. Il sig. Barnaoui Abdessattar è un carpentiere ed è in Italia da più di 15 anni; è in regola con il permesso di soggiorno e con i contributi, infatti ha percepito l’assegno di disoccupazione, attualmente sospeso perché ha trovato un lavoro temporaneo.
NON C’E’ POSTO – La moglie Garaali è regolarmente in Italia da 5 anni e si occupa dei bambini C. (nato a Monza il 07/10/2006) e R. (nato a Vimercate il 29/01/2008). Spera di poter lavorare da settembre del prossimo anno, quando il più piccolo andrà alla scuola dell’infanzia. Il grande frequenta la scuola statale dell’infanzia Modigliani di Monza. All’inizio di ottobre mi sono messa in contatto con l’amministratrice delle case popolari di Monza, Cooperativa San Gerardo di Via Antonietti. Ci sono appartamenti disponibili ad un canone di euro 480 comprese le spese, ma non affittano senza garanzie, nonostante i Sig.ri Barnaoui abbiano prodotto tutta la documentazione richiesta (permesso di soggiorno, carta d’identità, CUD, stato di famiglia, ecc.) Ho contattato laCaritas di Via Zucchi a Monza che li ha inseriti nelle liste per ottenere un alloggio, ma non ci sono appartamenti liberi. Le uniche strutture che hanno dato informazioni e numeri di telefono di case d’accoglienza (tutte piene e ora capisco perché) sono tutte a carattere religioso.
E NON CI SONO SOLDI - Da un anno i sig.ri B. sono in contatto con gli assistenti sociali diMonza (Settore sotto l’assessore Maffè). Si tratta di fatto di un centro d’ascolto, praticamente inerme e che in nessun modo (a quanto dicono loro) può aiutare queste persone. La motivazione? Perché si tratta di inquilini che hanno ricevuto lo sfratto per morosità! Non importa se hanno sempre pagato e se si trovano in un momento di difficoltà, non importa se hanno bambini piccoli, non importa niente, insomma. Sono morosi, questo è il fatto. Le assistenti sociali molto comprensive quando fai rilevare che se perdi il lavoro non è così semplice riuscire a pagare l’affitto, ma loro non sostengono di non “avere mandato” per attivare alcunché! E allora cosa assistono? Quali sarebbero le loro mansioni specifiche? Ho contattato la responsabile dell’ufficio Assistenti Sociali del Comune di Monza e il risultato è stato che forse il Comune darà un contributo economico di euro 250 per tre mesi. Questo è tutto.
LA PROROGA SUL POST IT - Il 27 ottobre l’ufficiale giudiziario, la dott.ssa (ci tiene molto al titolo!) S., è entrata nell’appartamento con atteggiamento maleducato e aggressivo, senza mostrare un tesserino per qualificarsi, accompagnata da un collega urlante (forse un parente del proprietario), insieme all’avvocato dei proprietari, al proprietario e al figlio del proprietario. Dopo le mie insistenze la dott.ssa urlante, senza fare alcun verbale, ha concesso una proroga (bontà sua) per il 24 novembre, scrivendo la data su un post it giallo per giunta scarabocchiato! Che professionalità! Trovo comunque che il ruolo della strega cattiva lo interpretasse benissimo. Il 24 novembre è tornata con la stessa delegazione e lo stesso atteggiamento (ma io non ho assistito alla scena) e ha concesso un’ultima proroga, per il 13 dicembre: questa volta ha compilato un fogliettino, invitando la sig.ra Barnaoui a consegnarlo all’assistente sociale.
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