Ma cosa combina Pannella?

Crescono le voci su un avvicinamento dei radicali (che hanno sei deputati) al governo Berlusconi, in vista della fiducia. In cambio di una nuova politica sulle carceri. Un colpo di scena? Un bluff? O un messaggio a Bersani?

Non devono essere stati pochi i simpatizzanti e gli elettori del Partito radicale che sono rimasti spiazzati leggendo i quotidiani di venerdì mattina, 'Corriere della Sera' in testa: secondo alcune indiscrezioni pubblicate, infatti, il partito di Marco Pannella avrebbe avviato una trattativa con il Pdl, per il tramite del ministro della difesa Ignazio La Russa, mettendo sul piatto della bilancia un'eventuale astensione sul voto di fiducia (il prossimo 14 dicembre) dei sei deputati radicali eletti nelle liste del Pd in cambio di un sottosegretariato dedicato alla questione delle carceri.

La vicenda, tuttavia, è più articolata di quanto possa sembrare, e può essere interpretata leggendola alla luce di due chiavi diverse, e per molti versi opposte.

La prima: è in effetti possibile che in questa fase dell'Italia i radicali sentano la necessità di essere riconosciuti come interlocutori politici importanti. Il che si traduce nell'esigenza di riportare al centro dell'agenda politica alcuni temi tipicamente radicali (come la situazione delle carceri, che in effetti è scandalosa e resitra contnui suicidi) attualmente marginalizzati.

E c'è la possibilità che questa esigenza finisca per prevalere su qualsiasi altra considerazione, ivi compresa la scelta dei compagni di strada con cui perseguirli.

Seconda chiave di lettura: si può ipotizzare che Pannella "parli a nuora perché suocera intenda", e che quindi la trattativa con Berlusconi costituisca in realtà un preciso messaggio indirizzato al segretario del Pd Pierluigi Bersani, allo scopo di sollecitarlo a un'attenzione e a un riconoscimento politico che fino a questo momento, secondo Pannella, sono quasi del tutto mancati.

Messa così, non resterebbe che decidere quale sia l'ipotesi più verosimile. La complicazione, tuttavia, sta nel fatto che le due eventualità appena prospettate potrebbero non essere affatto alternative tra loro: e la vera strategia di Pannella potrebbe essere quella di metterle l'una in concorrenza con l'altra giocando su due tavoli diversi.

Si tratta con ogni evidenza della sfida pannelliana per antonomasia: quella di rischiare il possibile, in questo caso rappresentato dall'eventualità che lo smarrimento degli elettori si consolidi in modo irreversibile, contro il probabile. Il probabile, stavolta più che mai, è tutto da scoprire.

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