Cutrò, testimone di giustizia abbandonato dallo stato si incatena al Viminale
Roma, 2 Dic. “Lo Stato italiano mi ha prima usato per istruire un processo al gotha mafioso del bivonese e della bassa quisquina e poi mi ha abbandonato al mio destino. Ora basta, fino a quando non mi sarà restituito il mio lavoro, la mia sicurezza e la mia dignità di imprenditore che ha denunciato cosa nostra, io rimarrò incatenato davanti al Ministero dell’Interno. Se la mafia non mi ha ancora ucciso allora mi lascerò morire di fronte all’indifferenza delle istituzioni”.
Con queste parole Ignazio Cutrò ha comunicato alla stampa le motivazioni che lo hanno portato in queste ore, assieme all’imprenditrice palermitana Valeria Grasso, accusatrice del clan Madonia, a legarsi davanti il palazzo del Viminale.
“Finchè il ministro dell’Interno non ci riceverà e non ci metterà per iscritto che risolverà i problemi, che prima di schierarci con lo Stato non avevamo, noi rimarremo qui, incatenati, per tutto il tempo che servirà”.
Un folto gruppo di persone si sta radunando attorno ai due imprenditori coraggio e anche una delegazione parlamentare dovrebbe recarsi nei prossimi minuti presso quello che ormai è diventato un presidio di legalità.
Ore 10.45 presidio ed incatenamento;
Ore 11.50 arrivano sul posto: Sonia Alfano e Giulio Cavalli;
Ore 12.39 arriva l’antissommossa della polizia per tagliare le catene, gli imprenditori dichiarano: “Se tagliate le catene ci uccidiamo entro le 24 ore”, e la polizia si allontana;
Ore 14.00 arrivano l’on. Barbato, la Sen. Bugnano, i ragazzi dell’agenda rossa di Borsellino, i ragazzi dell’ Associazione nazionale vittime di mafia a fare scudo con i propri corpi per tutelare gli imprenditori.
www.ignaziocutro.com
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Commenti
Innanzitutto credo che sia importante inquadrare l'opera presa in oggetto dal punto di vista dell'ambito di prima appartenenza di questa, ossia la letteratura.
Pochi sanno che in Italia, ma non solo, l'intero scenario letterario è stato segnato da un forte cambiamento, quasi di rottura con quella che è la tradizione umanistica per quanto riguarda casa nostra, che va da Manzoni per terminare con Gadda.
E' moralmente illegale non inquadrare "Gommorra" come un'opera borderline, che mescola sapientemente (sempre dal punto di vista letterario) fatti di cronaca con quella che viene chiamata fiction.
Sarebbe a dire una sorta di docudrama cartaceo.
Con questo vorrei solamente portare delucidazioni a chi ancora accusa il Saviano scrittore di atteggiamenti mendaci.
Lo scritto di Saviano rappresenta il genere più in voga negli ultimi anni nell'ambito letterario di tutto il mondo, o quasi.
Cronaca mescolata a fatti non appartenenti alla realtà, ma "romanzati".
Scusate l'errore di battitura.
Non cronaca allo stato puro , ma mescolanza di fatti reali a situazioni romanzate.
E ricorda, tu che ti firmi anonimo e condanni ciò che io scrivo,io non provoco nessuno ma tento di inquadrare nel proprio ambito un libro e niente più, unicamente per far chiarezza e separare elementi che finora hanno portato solo discussioni.
"Gomorra" non nasce con l'intento di essere un documento reale che dettagliatamente riproduca e denunci le attività illecite di associazioni a delinquere, ma un'opera letteraria che , in linea con le moderne correnti letterarie, mescola fatti di cronaca a elementi frutto unicamente di inventiva.
Se io ho voluto dare educatamente la mia opinione a riguardo, giudicando il libro unicamente per il suo primario ambito di appartenenza, è stato solo per chiarire alcuni aspetti che finora hanno creato fraintendimenti e malintesi.
Non condannare in maniera così lapidaria le opinioni degli altri quando questi le esprimono in totale tranquillità ed educazione.
Dipingendo le mie affermazioni "puttanate" ti sei dimostrato non maturo a qualsivoglia forma di discussione pacifica e libero scambio di opinioni.
Io potrò non essere d'accordo con te su un argomento, ma mai sminuirò le tue affermazioni giudicandole puttanate.