Consulenze da 100mila euro il premio ai voltagabbana



Una "squadra" punta gli acquisti, Verdini tratta le condizioni. La ragnatela del Cavaliere sui deputati tentati con i contratti di consulenza. Controlli mirati sulla situazione patrimoniale delle "prede". Alla fine summit col premier

"Quando la caccia si fa grossa e si punta a uno come Scilipoti, che fino a due giorni fa urlava dall'altra parte, allora vuol dire che è entrato in gioco Denis Verdini". Un dirigente Pdl che è di casa a Palazzo Grazioli racconta quel che sta accadendo in queste ore, racconta cosa accade in casa Pdl quando "non ci si può limitare alla promessa della ricandidatura". Perché adesso che la partita entra nel vivo non si punta ai soliti finiani incerti e centristi confusi, ma a dipietristi e persino democratici. Chi ci sta conquista un allettante win for life. Ci sono i pescatori da transatlantico, che lavorano sotto costa. E anche in questo caso sembra ne sia entrato in gioco uno, anzi una, finora defilata. Si tratta di Maria Rosaria Rossi - al fianco del Cavaliere questa estate al castello di Tor Crescenza e alla Certosa - che proprio sull'imminente passaggio del siciliano Scilipoti al partito della fiducia sembra abbia svolto un ruolo delicato. Ma poi ci sono i pescatori da mare grosso. Tre, in movimento in queste ore. Il coordinatore Verdini, appunto, il tesoriere del Pdl Rocco Crimi e una seconda fila ma molto attiva, il campano Mario Pepe. La triade, stando alle informazioni acquisite da autorevoli fonti interne al partito, si muove a tenaglia sugli obiettivi, con funzioni e assunzioni di impegni diversificati. Al pari di Pepe, altri si muovono nell'acquario di Montecitorio. Daniela Santanché, per gli avversari il "Luciano Moggi" del calciomercato, e il ministro Elio Vito. Francesco Pionati e Saverio Romano sugli amici dell'Udc dal quale provengono. 

Non vi è traccia, né mai ve ne sarà di passaggio di denaro. "I 350-400 mila euro di cui si parla è il corrispettivo in 3-5 anni di una consulenza col partito o col gruppo - racconta dietro anonimato chi ha ricevuto e rifiutato - Il sistema è collaudato: ti propongono di indicare il nome di un amico, un parente col quale stipulare subito il contratto, che si aggira attorno ai 100 mila euro lordi l'anno, per più anni". Cosa ne faccia il "prestanome" del compenso, a chi giri quei soldi, non è affare dell'offerente. "La consulenza poi può passare a tuo nome a fine legislatura - continua nel racconto il deputato - in caso di mancata rielezione". Perché la ricandidatura è la prima offerta avanzata, ma nessuno, nemmeno il leader può garantirla. Poche settimane fa Repubblica aveva pubblicato il contratto di consulenza col gruppo Pdl che due ex parlamentari transitati a Forza Italia a fine 2007, Marco Pottino e Albertino Gabana, hanno stipulato dopo la mancata rielezione. Compenso, tuttora percepito: "120.516 euro l'anno al lordo delle ritenute". 

La regola numero uno di Palazzo Grazioli, Silvio Berlusconi l'ha dettata a coordinatori e capigruppo a settembre, in occasione del primo calciomercato: "Non voglio ricevere nessuno che venga qui a far richieste o aprire trattative, non intendo passare altri guai per colpa di inaffidabili che registrano o vanno a raccontare chissà che". Gli scandali dell'ultimo anno e mezzo hanno imposto cautela. Sono altri a condurre le trattative. Il presidente del Consiglio si congratula e concede il privilegio dell'abbraccio finale, il sigillo. Il pidiellino Dore Misuraca, potente calamita elettorale in Sicilia occidentale e in odor di transito all'Udc, è stato il recordman degli ingressi a Palazzo. Tre nelle ultime sei settimane. Fruttuosi. "Il presidente l'ha buttata tutta sul rapporto personale, mi ha confermato che sono una risorsa" minimizza Misuraca. Ma la famiglia Misuraca è regina della sanità privata nell'isola, il rapporto personale non è stato l'elemento decisivo per convincere altri deputati che si sono avvicendati dal premier. Non trova conferma l'indiscrezione che circola sullo screening che sarebbe stato effettuato sulla situazione patrimoniale e le esposizioni bancarie di una serie di "avvicinabili". Però sul dipietrista Domenico Scilipoti, stando alla documentazione inviata al partito da uno dei suoi creditori, pende un decreto ingiuntivo (89/07) sostenuto da sentenza del Tribunale di Barcellona Pozzo di Gotto per 200 mila euro. L'altro idv sotto tiro, Antonio Razzi, non fa mistero della proposta avanzatagli per l'estinzione del mutuo per la casa acquistata a Pescara, tramite Previdencassa svizzera. "Mutuo? Pressioni ancora più forti su di lui" allude Di Pietro. 

A Palazzo Chigi poi un occhio di riguardo lo hanno anche per gli "idealisti". Deputati e senatori pronti a discutere in cambio di un impegno per una "giusta causa". La situazione delle carceri per Pannella ricevuto da Berlusconi, la gestione del Parco dello Stelvio da affidare agli enti locali per i due Svp Brugger e Zeller, la galleria del San Bernardo per il valdostano indipendente Nicco. E martedì sera al Senato Giovanni Pistorio, dell'Mpa di Lombardo, scherzava ma neanche tanto coi colleghi pidiellini: "Ragazzi, se sbloccaste i fondi Fas della Sicilia da 1,4 miliardi fermi al ministero, potremmo discutere". 


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