Berlusconi, l'inetto che crea l'alibi agli ignavi: tra Prima e Seconda Repubblica



 C'era una volta la cosiddetta Prima Repubblica. Un'entità oggi rimpianta da molti, visti i disastri della cosiddetta Seconda, imperniata sulla figura di Silvio Berlusconi. Un sentimento comprensibile, ma mal riposto, perché le cause di quanto oggi accade sono direttamente ricollegabili ai mali degli anni in cui lo stradominio dei vecchi partiti era incontrastato.
Detto in altre parole, Berlusconi, e tutto il simbolismo che si porta dietro,è la logica prosecuzione di un regime che operava al di fuori del diritto. Silvio è solo più sguaiato e con meno scrupoli, svelando l'ipocrisia che ricopriva la Prima Repubblica.
Gli Anni oggi rimpianti sono assolutamente pieni di non rispetto delle regole, costituzionali e ordinarie. Aggiustamenti continui per adattare le regole alle esigenze immediate, tanto da generare due Costituzioni: quella formale (non rispettata) e quella materiale. Anziché riscrivere le regole, adattandole alle esigenze del tempo, si è preferito modificare in modo larvato, surrettizio e perciò poco trasparente, a tutto vantaggio degli interessi dei vari potentati.
Fanno sorridere amaro quei giornalisti o ex direttori del Tg1 che oggi urlano allo scandalo per la direzione partigiana di Augusto Minzolini, come se nella Prima Repubblica i direttori di Tg1, Tg2, Tg3 non assecondassero la linea politica dei vari Andreotti, Craxi, Forlani, Occhetto, Spadolini, Altissimo, Longo, ecc..
Il Minzo altro non fa che proseguire l'opera di disinformazione interessata, come i suoi predecessori, solo in modo più sguaiato, in perfetto stile col suo referente politico, Berlusconi, che a partire dalla metà degli Anni 70 -visto il monopolio della Rai, il cui essere servizio pubblico era una libera interpretazione dei vari pci psi dc dc pci psi pli pri... (il Partito Rai)- adottò lo stesso metodo della politica e forzando le regole ottenne ciò che gli interessava. Fregandosene del bon ton.
Poi Berlusconi ha voluto governare l'Italia. Non ci sta riuscendo e non solo per gli attacchi di comunisti e magistrati rossi, non solo perché ha propri interessi, che sono prioritari rispetto alle esigenze di riforma vera. Non ci sta riuscendo banalmente perché non è capace, in quest'ambito è un inetto: incapace di svolgere in modo sia pure approssimativo i propri compiti. Dovrebbe ammetterlo a se stesso innanzitutto. Ma è difficile che ciò accada, visto l'ego smisurato derivato dall'aver costruito una città (Milano 2), una squadra di pallone mondiale e un impero mediatico.
Ma la cosa peggiore del tirare a campare berlusconiano è l'alibi che fornisce ai pseudo oppositori. Ignavi, che non hanno mai agito né nel bene né nel male, senza mai osare di avere una idea propria, ma limitandosi ad adeguarsi sempre. Gente che confonde il problema con il sintomo, creando e inculcando questa relazione: Berlusconi=Problema, finito Berlusconi=finito Problema.
Purtroppo non è così, presto lo scopriremo.
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