Mafia, condannato dell’Utri: le ultime parole famose di B.
Ve la ricordate l’arringa mediatica di Berlusconi, andata in onda per soccorrere l’amico Marcello? Ecco il video delle ultime parole famose di B.: Morale, fu imprigionato, fu sottoposto a processo, non fu mai condannato per mafia. E lui deve essere recuperato alla società? Ma devono essere recuperati questi giudici che lo accusano!
E adesso come la mettiamo, egregi Onorevoli? Per chi non la ricordasse o non la conoscesse affatto: questa è l'arringa mediatica di Berlusconi, andata in onda per soccorrere l'amico Marcello. Guardate un pò con quale teatralità e con quanta verve difendeva l'innocente compagno:
- Morale: fu imprigionato, fu sottoposto a processo, non fu mai condannato per mafia. E lui deve essere recuperato alla società? Ma devono essere recuperati questi giudici che lo accusano!
Le ultime parole famose: la Corte d'appello di Palermo, condanna Dell'Utri a sette anni di reclusione. Vogliamo ancora negare l'evidenza? C'è da vergognarsi da qui all'eternità. C'è da dimettersi. Seduta stante. Grazie alla mediazione del Senatore sentenziato, chi ci governa ha mantenuto, in casa, un mafioso legato a Cosa Nostra e condannato all'ergastolo. Il defunto Mangano, secondo Borsellino, era tra le teste di ponte dell'organizzazioni mafiose del nord Italia. L'eroe, così definito da Dell'Utri, che si rifiutò di fare dichiarazioni contro il Premier.
- Il mafioso Vittorio Mangano fu assunto, su intervento di Marcello Dell'Utri, come ''stalliere'' nella villa di Arcore non tanto per accudire i cavalli ma per garantire l'incolumità di Silvio Berlusconi che avrebbe pagato ingenti somme di denaro in cambio della protezione alla sua persona e ai familiari.
- Il Tribunale ha ritenuto accertate e provate condotte di partecipazione consistenti in continui e consapevoli apporti causali al mantenimento in vita di cosa nostra, come lariscossione del denaro corrisposto per anni dalla FININVEST e la partecipazione all’assunzione nella villa di Arcore di Vittorio Mangano con l’avallo dei capimafia Bontate e Teresi.
- Quanto a Marcello Dell’Utri è stata ritenuta provata la posizione da lui assunta nei confronti di esponenti di rilievo di cosa nostra, i contatti diretti e personali con taluni di loro (Bontate, Teresi, Mangano e Cinà), il ruolo svolto quale mediatore, con Gaetano Cinà, tra il sodalizio mafioso ed il gruppo FININVEST.
- LA CONTINUITA’ DEI RAPPORTI TRA DELL’UTRI E MANGANO: Tornando alle vicende degli anni 1974-75 deve dunque rilevarsi che, pur dopo l’allontanamento del Mangano da Arcore, verosimilmente in conseguenza dell’imbarazzo suscitato dalla notizia del suo arresto, il Dell’Utri comunque non interruppe i suoi rapporti con l’esponente mafiosotanto da continuare ad incontrarlo e frequentarlo, persino pranzando con lui. E’ proprio questa particolare cordialità della frequentazione che esprime la misura reale della natura dei rapporti esistenti tra Dell’Utri e Mangano, delineandone la vera e propria illecita complicità, apparendo non spiegabile altrimenti la ragione per la quale colui che, nella pur subordinata prospettazione difensiva, avrebbe agito - se realmente intervenuto a mediarecon i mafiosi - solo per rappresentare e tutelare gli interessi dell’imprenditore estorto, aveva invece una intensità e cordialità di rapporti tali da recarsi persino a pranzare con l’estortore intrattenendosi amichevolmente con lui.
Qui la Sentenza integrale che consiglio di leggere attentamente, per capire bene le origini dell'Impero berlusconiano. E ancora non basta?
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