L'articolo di Newsweek, la risposta di Striscia e la macchina del fango


Apprendo in Rete della risposta di Striscia la Notizia all'ormai noto articolo comparso su Newsweek. Il pezzo del settimanale americano denunciava, in sintesi, lo stato brado della nostra tv, specchio dello stile di vita del loro proprietario, a sua volta specchio dei gravi ritardi nell'evoluzione della condizione delle donne nel nostro Paese, con tanto di dati che la certificavano.

Striscia la notizia, citata dall'articolo proprio come esempio del maschilismo della nostra televisione, si è difesa negando le tesi di Newsweek e tirando in ballo le comiche di Benny Hill, quelle sì, piene di toccatine alle donne, sorvolando sul particolare che si trattasse di un programma inglese e non americano, come lo è il settimanale Newsweek, ma del resto sempre di roba "anglosassone" si tratta e tanto basta a Striscia per sferzare il suo pamphlet.

D'altra parte, che risposta potevamo aspettarci da un programma di Mediaset?
Ancora una volta i media italiani minimizzano un grave problema del nostro Paese, che ci ammorba da anni e che è stato cementificato, anzi cristallizzato da una rappresentazione mediatica delle donne in un perenne ruolo di contorno estetico.
Ezio Greggio parla di "macchina del fango" per difendere il programma, quando invece a me è sembrato che una parte di macchina del fango l'abbia azionata proprio Striscia nei confronti di Newsweek. Vedendo le immagini delle comiche di Benny Hill mi sono tornate in mente le parole di Saviano in merito a questo tema, spiegato nella prima puntata di Vieni via con me:

"L'inchiesta si fonda su una quantità abnorme di informazioni, quelle che i giornalisti sognano di avere per approfondire, la diffamazione usa un solo elemento e lo costruisce contro la persona che prende di mira. Ti compromettono con l'obiettivo di dire 'siamo tutti uguali'. Tutti egualmente sporchi."

Ecco, a me l'operazione Benny Hill è sembrata un po' come prendere un particolare per bollare la tv anglosassone come sporcacciona, che non può dunque permettersi di accusare nessuno e che dovrebbe ricacciare il suo dito puntato nella propria acqua sporca. Ma poi Iacchetti chiosa che forse questi articoli li scrivono qui in Italia e che gli Americani li riportano male...La tesi non è chiara, in ogni caso, spostare l'attenzione dai contenuti delle critiche al giudizio su chi critica non è certo un modo corretto di rispondervi, a mio avviso, ma ripeto: che altro potevamo aspettarci?


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