Governo/ La mafia come arma di ricatto

Il numero due dei Casalesi, O’Ninno Iovine, è stato arrestato due giorni fa a Casal di Principe. La polizia di Stato e il Governo hanno giustamente esultato per il risultato ottenuto. Lo stesso Roberto Saviano – dopo le scaramucce verbali avute con Bobo Maroni in seguito al suo intervento di lunedì sera a ‘Vieni via con me’ – ha scritto su Repubblica: Finalmente è stato arrestato. Insomma, un grande traguardo per la legalità, un bel respiro di sollievo per l’Italia tutta. Eppure in mezzo a tutta questa storia così gloriosa per il Paese c’è una macchia che come un’onta la va a sporcare, infrangere, graffiare. La macchia in questione sono le dichiarazioni che il Guardasigilli Angelino Alfano ha rilasciato ieri a Napoli durante la conferenza stampa riguardante l’arresto di Iovine. Il ministro ha così parlato: «La cattura del numero due della camorra è stata possibile grazie alla coesione di questo Governo. Se la crisi dovesse rompere il patto governativo ne andrebbe di mezzo anche la lotta alla mafia, di certo se ne incrinerebbe la rotta». È chiaro come Alfano abbia voluto strumentalizzare l’attuale crisi di Governo per dire (papale papale): Attenti! O voi italiani ci ridate la fiducia alle prossime elezioni oppure risultati come questo sono in forte rischio perché la crisi porterà meno attenzione alle Forze dell’Ordine (cioè meno finanziamenti) e alla lotta alla criminalità organizzata. Una sorta, se vogliamo, di arma di ricatto; usata per far capire agli italiani che il lavoro di logoramento portato avanti in questi giorni da Gianfranco Fini non sta portando alla rovina l’Italia intera (visione questa del Pdl) ma anche la lotta alla mafia! Ecco, sono concetti come questi che fanno cadere il palco; sono frasi come le predette di un Guardasigilli qualsiasi che portano gli italiani più acuti (la maggior parte) a porsi domande come le seguenti: perché mettere in mezzo la crisi politica con la mafia? Che c’entra? Perché trovare ogni pretesto pur di attaccare l’avversario? Perché non riuscire mai a lavorare uniti per una buona causa senza prima dover rovinare il lavoro in compimento con minacce, ricatti subdoli, vendette? Dispiace dover constatare che anche nel giorno più bello dell’anno nostrano – in quello della cattura del boss Iovine – ci sono personaggi politici capaci comunque di rovinare la festa. Peccato…



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