Camerata, indietro tutta! – Antirazzismo e laicità nelle parole di Fini
“Fini: ‘Sono stato fascista ma oggi mi sento anche un po’ extracomunitario, ebreo e comunista, per non parlare delle mie nuove tendenze omosessuali.’ Sconcerto tra i suoi sostenitori: ‘D’accordo capo, basta col fascismo, ma possiamo almeno rimanere nazisti?’” Così Michele Serra descriveva Gianfranco Fini su Cuore nel lontano 1993, in uno dei ritratti ancora oggi meglio riusciti del fondatore di Fli che, durante il discorso di ieri a Perugia, ha sfoggiato il suo nuovo travestimento liberale, laico, antirazzista. Ha inneggiato ai diritti dell’individuo senza discriminazioni e alle coppie di fatto, ma ai tempi di Prodi si oppose duramente alla proposta di legge a loro tutela. Che politiche promuoverà davvero il leader della nuova destra quando l’opportunismo politico, medicina defascistizzante, avrà finito l’effetto?
“In Italia dobbiamo colmare il divario ed allinearci agli standard europei sulla tutela tra le famiglie di fatto e quelle tradizionali.” (Gianfranco Fini a Perugia, 7 novembre 2010)
“Ai parlamentari di An dirò quello che ha detto Silvio Berlusconi ai parlamentari di Forza Italia: nessuno dia un sostegno al governo Prodi sui Dico. Il governo italiano è l’unico al mondo che si attribuisce l’onere, con molta presunzione, di fare una legge su questioni eticamente sensibili. Quando il ddl arriverà alle Camere, tra qualche mese probabilmente, andrà incontro ad una inevitabile bocciatura.” (Gianfranco Fini, Ansa, 9 febbraio 2007)
“Il ddl governativo tende surrettiziamente a equiparare la famiglia fondata sul matrimonio ad altre unioni (…) Il governo ha voluto presentare una legge dal forte valore ideologico e simbolico gradita solo a chi confonde la laicità delle istituzioni (che è un valore!) con uno stantio laicismo anticlericale. In altre parole, col pretesto del riconoscimento dei giusti diritti dei conviventi, il Governo ha alzato la bandiera ideologica di chi non avverte la necessità di tutelare i diritti della famiglia.” (Gianfranco Fini, lettera al Corriere della Sera, 10 febbraio 2007)
“Nel nostro manifesto dei valori c’è il rispetto per la persona umana con la tutela dei diritti civili: senza alcuna distinzione e senza alcuna discriminazione. Rispettare la persona non vuol dire distinguere tra bianchi e neri, tra cristiani, musulmani ed ebrei, tra eterosessuali ed omosessuali, tra cittadini italiani e stranieri.” (Gianfranco Fini a Perugia, 7 novembre 2010)
“Se lei mi chiede: ‘Un maestro dichiaratamente omosessuale può fare il maestro?’ Io le dico di no. Capito? Perché’ ritengo che non sia educativo nei confronti dei bambini.” (Gianfranco Fini, Corriere della Sera, 9 aprile 1998)
“Un giorno si avvicina a un gruppo di giapponesi e coi suoi modi sussiegosi li ricopre di insulti, sicuro che quelli non lo avrebbero capito: ‘Pidocchiosi, teste di cazzo, coglioni’. Così per ridere. Anche loro ridevano.” (Francesco Storace parlando di Gianfranco Fini)
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