Fornero caccia i cronisti italiani e parla solo con la stampa straniera. Se questa è un ministro


Impegnata in un convegno a Torino la responsabile del Welfare cerca due volte di escludere i giornalisti: "Parli 40 minuti, dici delle cose sensate, pacate, positive, poi ti scappa una parola, e dico una parola non una frase, e quella fa il titolo e determina dibattiti che durano settimane

Di Manolo Lanaro

L’effetto “choosy” non si è fermato. Le polemiche successive alla frase del ministro sui giovani schizzinosi continueranno sicuramente anche nei prossimi giorni. La responsabile del Welfare si sente sotto pressione; in alcuni incontri è stata fischiata in altri contestata. Poi quella frase sui i ragazzi italiani che non si accontentato e giù ancora polemiche. E così oggi il ministro del Lavoro Elsa Forneroavrebbe voluto proteggersi dai giornalisti nei due incontri organizzati a Torino. Il primo con avvocati e giuslavoristi, il secondo con i giovani. In entrambi i casi i rappresentanti della stampa sono invitati dagli organizzatori a lasciare le sale in cui si svolgevano i dibattiti. Il primo episodio è stato registrato questa mattina alla Fondazione dell’Avvocatura torinese ‘Fulvio Croce’. Dopo l’intervento di uno degli organizzatori, prima che il ministro prendesse la parola, il moderatore ha sollecitato la stampa ad uscire sottolineando che l’incontro era a “porte chiuse”.

Nel pomeriggio, nuovo invito a lasciare la sala dell’Unione Industriale dove era in corso un dibattito con i giovani. La sollecitazione, però, non è stata raccolta dai cronisti che non si sono alzati anche perché a moderare l’incontro era un collega. E così il ministro, prima di entrare nel merito della discussione, ha osservato: “Parlerò molto più lentamente, perché dovrò pensare ogni parola. Naturalmente farò degli errori, questo è indubbio, e saranno gli errori a fare i titoli, questo l’ho imparato sulla mia pelle. Parli 40 minuti, dici delle cose sensate, pacate, positive, poi ti scappa unaparola, e dico una parola non una frase, e quella fa il titolo e determina dibattiti che durano settimane. Questo è uno stato del mondo, inutile lamentarsene”.


fonte: Il Fatto Quotidiano

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