I Tornado italiani colpiscono gli "obbiettivi strategici" in Libia

I tornado italiani entrano in azione dopo il sì del governo. Nonostante le polemiche all'interno della maggioranza i velivoli sono decollati dalla base militare di Trapani con il loro carico di morte, pronto per essere scaricato  sul territorio libico.
I caccia,-  come hanno precisato fonti del governo - sono dotati di un armamento di precisione per colpire esclusivamente bersagli selezionatissimi, ovvero gli obiettivi militari del colonnello Muammar Gheddafi. Staremo a vedere, visto che non abbiamo l'esatta idea di quello che sta realmente accadendo nel paese nordafricano.  Almeno fino a quando non verrà imposto il cessate il fuoco e sarà permesso ai cronisti dei media "liberi e indipendenti" di entrare in Libia per mostrare con maggiore oggettività le conseguenze di questo conflitto.

Per ora le poche informazioni ci giungono dai pochi giornalisti asserragliati nei loro alberghi a Tripoli, ai quali è stato imposto il divieto assoluto di uscire per strada se non accompagnati dai fedeli del rais. Alcuni di loro, avendo udito forti esplosioni nella capitale libica, deducono che i raid della Nato si siano intensificati, ma sui bersagli colpiti si può solo tirare a indovinare.

I tornado italiani sarebbero impegnati anche sui cieli  di Misurata, la città contesa da giorni tra gli insorti e le brigate di Gheddafi, nonostante quest'ultime avessero addirittura annunciato l'imminente ritirata, che con tutta probabilità non s'è mai vista. Ma ancor più drammatica è la notizia che dopo i raid aerei della Nato sono rimasti uccisi oltre una decina di ribelli. Almento questo è quanto hanno confermato un comandante delle milizie degli insorti e alcuni testimoni oculari. Se così fosse bisognerebbe iniziare a dubitare sull'efficacia chirurgica dei raid aerei, tanto decantati dall'Alleanza Atlantica e dal governo italiano che proprio ieri assicurava che i nostri Tornado sono dotati di bombe intelligenti che colpiscono solo i nemici.

Di certo a Misurata le cose non sono cambiate. Qui non si è mai smesso di combattere perchè la città è ancora sotto assedio da parte delle forze del rais, tant'è che centinaia di persone, spesso ferite, continuano a fuggire da questa località alla volta di Bengasi, diventata la roccaforte della resistenza e unico posto sicuro dove trovare riparo, adesso anche dalle bombe intelligenti amiche.




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